Un significativo progresso è stato compiuto nella realizzazione di Space Rider, il primo veicolo dell’Agenzia Spaziale Europea progettato per trasportare carichi nell’orbita bassa e per ritornare nell’atmosfera terrestre. Presso i laboratori del CIRA (Centro Italiano Ricerche Aerospaziali), sono stati completati con successo i test di qualifica strutturale dinamica del nose, un elemento cruciale del sistema di protezione termica del modulo di rientro, progettato dal CIRA in collaborazione con Petroceramics.
Dettagli sul nose e sulla sua importanza
Il nose rappresenta uno dei componenti più complessi del sistema di protezione termica di Space Rider, con una struttura che integra circa 1.200 elementi. Il cuore di questo sistema è costituito da una calotta monolitica di 130 centimetri di diametro, realizzata con un materiale ceramico fibrorinforzato riutilizzabile, sviluppato in collaborazione tra CIRA e Petroceramics. Questo componente è progettato per affrontare le sfide estreme del rientro atmosferico, garantendo al contempo la sicurezza e l’integrità del carico trasportato.
Le sfide tecnologiche e il lavoro di squadra
Giuseppe Rufolo, Program Manager del CIRA, ha sottolineato l’importanza del nose, definendolo “una delle sfide tecnologiche più difficili che abbiamo affrontato finora”. La struttura, che pesa appena 40 chilogrammi, è progettata per resistere a temperature che raggiungono i 1650 gradi, mantenendo la forma aerodinamica con deformazioni inferiori a un millimetro e sopportando i carichi di lancio. Il successo di questi test rappresenta il culmine di quattro anni di intenso lavoro e collaborazione tra diverse entità, dimostrando l’impegno e la competenza del team coinvolto.
Space Rider è sviluppato nell’ambito del programma dell’Esa da un consorzio guidato da Thales Alenia Space Italia, con Avio in qualità di co-contractors. Il CIRA, una società pubblico-privata con sede a Capua, in Campania, è coinvolto in attività di progettazione, sviluppo e qualifica, con particolare attenzione alle tecnologie di rientro atmosferico e alla validazione dei sistemi di discesa e atterraggio. Questo progetto rappresenta un passo significativo verso il futuro dell’esplorazione spaziale europea e il potenziamento delle capacità di rientro dei veicoli spaziali.