Strage in un centro di aiuti a Gaza mentre i negoziati restano bloccati

La situazione a Gaza si aggrava con 59 vittime nei raid israeliani, mentre i negoziati per una tregua tra Israele e Hamas sono in stallo a Doha.

Nonostante le dichiarazioni di scuse rilasciate venerdì dall’esercito israeliano, che ha riconosciuto di “aver appreso la lezione” in seguito alle tragiche uccisioni avvenute nei centri di distribuzione degli aiuti a Gaza, la situazione rimane critica. Oggi, il bilancio delle vittime dei raid israeliani ha raggiunto le 59 unità. Almeno 31 palestinesi sono stati colpiti a morte mentre si dirigevano verso un sito di distribuzione di aiuti nella Striscia di Gaza, mentre i bombardamenti aerei israeliani hanno provocato la morte di almeno 28 palestinesi, tra cui quattro bambini, come riportato da funzionari ospedalieri palestinesi e testimoni oculari, secondo quanto riportato da Haaretz. La Croce Rossa ha comunicato che il suo ospedale da campo ha registrato un afflusso record di morti, il più alto in oltre un anno, e che la maggior parte delle oltre 100 persone ferite presentava traumi da arma da fuoco.

Operazioni militari intensificate nella Striscia di Gaza

Le operazioni dell’IDF (Forze di Difesa Israeliane) si stanno intensificando in tutta la Striscia, causando un aumento significativo delle vittime, mentre a Doha i negoziati per una possibile tregua sono in grave difficoltà. Fonti palestinesi hanno segnalato un rimpallo di accuse tra Hamas e Israele, rendendo la situazione ancora più complessa. Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha espresso chiaramente l’intenzione di non fermare le operazioni militari, postando su X una foto delle rovine di Gaza con il commento “Dopo Rafah, Beit Hanoon“, riferendosi alla città nel nord della Striscia, attualmente sotto assedio.

Negli ultimi due giorni, l’esercito israeliano ha dichiarato di aver colpito oltre 250 obiettivi considerati terroristici. Tuttavia, tali attacchi hanno portato a un numero inaccettabile di morti tra i civili. Questa mattina, secondo quanto riportato da Wafa, un raid su una zona residenziale nei pressi dell’Università Islamica di Gaza City ha causato la morte di una madre e dei suoi tre figli. Altre quattro donne sono state uccise e dieci sono rimaste ferite in un attacco a un’abitazione nei pressi della scuola di Yaffa, sempre a Gaza City.

La lotta quotidiana per la sopravvivenza

La situazione per chi è ancora vivo nella Striscia di Gaza è drammatica. Sette agenzie delle Nazioni Unite, tra cui UNICEF, WFP e OMS, hanno lanciato un allerta sul fatto che il carburante sta per esaurirsi. La mancanza di carburante comporta la paralisi dei servizi essenziali: senza benzina non ci sono servizi sanitari, acqua potabile e le poche panetterie rimaste attive non possono più sfornare pane.

Il bilancio delle vittime, che include circa 800 morti vicino ai siti umanitari, è destinato a crescere ulteriormente a causa della nuova ondata di violenza avvenuta oggi a Rafah. Testimoni intervistati da Reuters hanno descritto scene strazianti, con corpi colpiti alla testa e al torso. Alcuni corpi sono stati avvolti in sudari bianchi, mentre i familiari piangevano all’ospedale Nasser.

L’esercito israeliano ha sostenuto di aver sparato colpi di avvertimento, ma le indagini non hanno trovato prove di feriti. Nonostante gli sforzi di Donald Trump per convincere Benyamin Netanyahu, rimasto a Washington per quattro giorni, la possibilità di un cessate il fuoco, annunciato “a giorni” dal tycoon, sembra allontanarsi.

Negoziati in stallo a Doha

Le delegazioni di Israele e Hamas sono bloccate in Qatar da una settimana, ma i colloqui non stanno portando a risultati concreti. Una fonte palestinese ha rivelato che Hamas ha respinto le proposte di ritiro presentate da Israele, che avrebbero lasciato circa il 40% di Gaza sotto controllo israeliano, inclusa l’area meridionale di Rafah e ulteriori territori nella parte settentrionale e orientale della Striscia.

Due fonti israeliane hanno comunicato a Reuters che Hamas richiede che Israele si ritiri sulle linee del precedente cessate il fuoco, prima di riprendere le operazioni militari a marzo. Un’altra fonte ha fatto sapere ai media israeliani che il Qatar ha proposto un accordo di cessate il fuoco di 60 giorni con il rilascio degli ostaggi, ma questa proposta è stata rifiutata da Hamas.

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