Netanyahu insiste: ‘Ci impegneremo a liberare Gaza dalla presenza di Hamas’

Il primo ministro israeliano Netanyahu annuncia una nuova offensiva contro Hamas, promettendo evacuazioni sicure per i civili e affrontando le critiche internazionali sulla crisi umanitaria a Gaza.

Il primo ministro israeliano, Benyamin Netanyahu, ha dichiarato che il suo obiettivo è porre fine alla guerra contro Hamas, sottolineando che Israele non ha altra scelta se non “finire il lavoro”. Queste parole sono state pronunciate durante due conferenze stampa tenute il 3 gennaio 2025, una rivolta ai media esteri e l’altra ai giornalisti locali. Netanyahu ha descritto la nuova offensiva militare come un’operazione necessaria per occupare Gaza City, considerata la “capitale del terrore”. Le sue affermazioni sono giunte in un contesto di crescenti critiche sia a livello internazionale che nazionale, con manifestazioni di protesta che hanno coinvolto anche membri del suo stesso governo, come il ministro Bezalel Smotrich, favorevole all’annessione della Striscia.

Conferenza stampa e accuse

Nel corso della conferenza, tenutasi negli uffici governativi a Gerusalemme, Netanyahu ha respinto le accuse di affamare la popolazione civile di Gaza, esortando i presenti a “aprire gli occhi sulle menzogne di Hamas“. Tuttavia, la fazione palestinese ha immediatamente contestato le sue affermazioni, definendole “una serie di bugie”. Mentre la situazione si intensificava, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU si è riunito a New York per discutere del piano israeliano, definito “l’ennesima pericolosa escalation” che potrebbe aggravare una crisi umanitaria già di “dimensioni inimmaginabili”. Nonostante le pressioni internazionali, Netanyahu ha insistito che l’obiettivo dell’operazione non è occupare Gaza, ma liberarla da Hamas. Ha informato che l’esercito ha ricevuto ordini per smantellare le ultime roccaforti del gruppo terroristico, inclusa la zona umanitaria di Mawasi.

Piano di evacuazione e aiuti umanitari

Netanyahu ha promesso che l’inizio del piano avverrà “in tempi brevi”, assicurando che i civili avranno la possibilità di evacuare in sicurezza dalle aree di combattimento verso zone designate dove riceveranno cibo, acqua e assistenza medica. Ha anche annunciato l’apertura di nuovi corridoi umanitari e siti di distribuzione degli aiuti, gestiti dalla Gaza Humanitarian Foundation, un’organizzazione che ha suscitato controversie. Il premier ha respinto le accuse di voler affamare i palestinesi, sostenendo che Israele ha distribuito “2 milioni di tonnellate di aiuti” dall’inizio del conflitto, accusando l’ONU di non averli consegnati. Ha anche minacciato azioni legali contro il New York Times per aver pubblicato la foto di un bambino di Gaza malato, contraddicendo la sua narrativa.

Reazioni e manifestazioni in Israele

Il piano militare, ha affermato Netanyahu, rappresenta il modo più rapido per porre fine alla guerra, con l’intenzione di stabilire un’amministrazione civile pacifica nella Striscia, che non sarà né Hamas né l’Autorità Nazionale Palestinese. In risposta alla decisione della Germania di sospendere l’invio di armi a Israele, ha dichiarato che il cancelliere Friedrich Merz ha ceduto alle pressioni di vari gruppi e fake news, esprimendo fiducia nella vittoria del suo paese, indipendentemente dal supporto esterno. Tuttavia, decine di migliaia di israeliani hanno manifestato nelle piazze di Tel Aviv e Gerusalemme, con i familiari degli ostaggi che hanno indetto uno sciopero generale per il 7 gennaio 2025, chiedendo la fine della guerra.

Attacco a Gaza e vittime tra i giornalisti

Fonti palestinesi hanno riportato che due giornalisti di al Jazeera sono stati uccisi il 3 gennaio 2025, a seguito di un attacco aereo contro una tenda per giornalisti situata di fronte all’ospedale Shifa, nel quartiere Rimal di Gaza City. I giornalisti deceduti sono Muhammad Karika e Anas al-Sharif, entrambi con una lunga carriera nel seguire gli eventi nella Striscia. Secondo il canale Al-Aqsa di Hamas, l’attacco ha causato la morte di almeno quattro persone e ha ferito numerosi altri.

Le forze armate israeliane, note come IDF, hanno confermato di aver eliminato Anas al-Sharif, definendolo un “giornalista-terrorista” attivo nella zona di Gaza City. In una dichiarazione, il portavoce dell’IDF ha affermato che il giornalista operava sotto mentite spoglie e guidava una cellula di Hamas, con il compito di pianificare attacchi contro cittadini israeliani. La stessa IDF ha pubblicato informazioni di intelligence a sostegno delle sue affermazioni. Al Jazeera ha confermato la morte di due suoi corrispondenti e due cameraman, aggiungendo che anche un operatore di ripresa, Moamen Aliwa, è stato ucciso durante l’attacco.

Add a comment

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *