Bicchi, pioniere della robotica, è il terzo italiano premiato in 26 anni

Antonio Bicchi prevede l’arrivo dei robot domestici entro il 2030, evidenziando l’evoluzione della robotica verso interazioni più naturali e l’integrazione con la vita quotidiana.

Antonio Bicchi, esperto di robotica e automazione, ha recentemente condiviso la sua visione sul futuro dei robot domestici. Intervistato dall’ANSA, ha affermato che è possibile vedere queste tecnologie entrare nelle case entro il 2030. Bicchi, riconosciuto come pioniere della robotica e automazione dalla Ieee Robotics and Automation Society, attualmente collabora con l’Istituto Italiano di Tecnologia e il Centro di Ricerca ‘E. Piaggio’ dell’Università di Pisa. Dal 1999, è il terzo italiano a ricevere questo prestigioso riconoscimento.

Il percorso verso l’umanizzazione dei robot

Il lavoro di Bicchi ha avuto inizio con la creazione della mano artificiale SoftHand, un dispositivo che ha segnato il primo passo in un lungo viaggio verso lo sviluppo del robot umanoide Alter-Ego. Questo robot, caratterizzato da mani robuste e un tocco delicato, rappresenta un significativo avanzamento nella capacità delle macchine di interagire con gli esseri umani. La progettazione e la realizzazione di Alter-Ego hanno dimostrato che i robot possono non solo eseguire compiti, ma anche interagire emotivamente e fisicamente con le persone.

Bicchi sottolinea l’importanza di questa evoluzione, affermando che la robotica sta raggiungendo un livello di maturità tale da permettere interazioni più naturali e intuitive. La SoftHand, con la sua capacità di adattarsi e rispondere al tatto, ha gettato le basi per lo sviluppo di robot sempre più sofisticati, in grado di operare in ambienti domestici e assistenziali. Questa transizione segna un passo importante verso la creazione di robot che possano essere considerati parte integrante della vita quotidiana.

Il riconoscimento internazionale e l’impatto della ricerca

Recentemente, Bicchi è tornato in Italia dopo aver ricevuto un premio durante la conferenza internazionale di robotica Icra 2025 ad Atlanta. In merito a questo riconoscimento, ha dichiarato: “Quando ricevi premi come questi ti senti umile e riconosci il valore del lavoro di squadra”. Il suo pensiero va a tutti i collaboratori che contribuiscono ai progetti di ricerca, evidenziando come il lavoro nel campo della robotica non sia solo un impegno professionale, ma anche una fonte di grande soddisfazione personale.

La crescente attenzione per la ricerca sulle mani artificiali è testimoniata dai numeri: nell’ultimo secolo sono state sviluppate circa 200 mani artificiali, con almeno 20 novità presentate solo nell’ultima conferenza Icra. Questo riflette una rinascita nel campo della robotica, dove l’innovazione continua a progredire. Bicchi ha evidenziato che, sebbene le protesi rappresentino una ricaduta desiderata, il vero motore di questo settore è la robotica, in particolare i robot progettati per coesistere con gli esseri umani.

Il futuro della robotica domestica

Durante l’evento di Atlanta, è stata presentata una vasta gamma di robot, evidenziando come queste tecnologie siano ormai pronte per il mercato. Bicchi ha osservato che i costi di produzione stanno diminuendo, con la produzione in serie che rappresenta il prossimo obiettivo. Secondo l’esperto, è realistico pensare che i robot domestici possano entrare nelle case entro cinque anni.

Il lavoro di Bicchi si concentra attualmente sulla creazione di robot complessi, come Alter-Ego, che possano essere utilizzati da chiunque. La sua ricerca ha portato a una comprensione più profonda dell’interazione tra esseri umani e robot, dove la parte artificiale deve essere percepita come un’estensione naturale del corpo. La progettazione di braccia, piedi e gambe ha portato a considerare il robot umanoide come una protesi totale, aprendo la strada a una futura integrazione tra esseri umani e robot.

Iniziative artistiche, come quelle presentate ad Atlanta, dimostrano il potenziale dei robot nell’ambito della creatività, con artisti che collaborano con le macchine per generare musica e autoritratti. Questa sinergia tra tecnologia e arte rappresenta un passo significativo verso un futuro in cui i robot non solo assistono, ma arricchiscono anche l’esperienza umana.

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