Il divieto d’ingresso negli Stati Uniti per i cittadini di dodici nazioni è diventato operativo a partire dalle 00:01 di oggi, ora di Washington, corrispondente alle 06:01 in Italia. Questa misura, annunciata la settimana scorsa dal presidente Donald Trump, è stata formalizzata attraverso un decreto presidenziale.
Motivazioni della decisione
La decisione è stata motivata con l’intento di “proteggere gli Stati Uniti da terroristi stranieri e altre minacce alla sicurezza nazionale“. Nel documento ufficiale, si specifica che il divieto riguarda i cittadini provenienti da Afghanistan, Myanmar, Ciad, Congo-Brazzaville, Guinea Equatoriale, Eritrea, Haiti, Iran, Libia, Somalia, Sudan e Yemen.
Reazioni al provvedimento
Questa azione si inserisce in un contesto più ampio di politiche di sicurezza nazionale, dove il governo statunitense cerca di rafforzare i controlli alle frontiere e limitare l’ingresso di individui considerati a rischio. Le reazioni a questo provvedimento sono state variegate, con critiche da parte di organizzazioni per i diritti umani e alcuni settori politici, che vedono in questo divieto una misura discriminatoria e non necessaria.
Impatto internazionale
Il decreto è stato accolto con preoccupazione anche da parte di diversi governi esteri, che temono ripercussioni sulle relazioni diplomatiche e sulla sicurezza internazionale. La situazione continua a evolversi, con monitoraggi costanti da parte delle autorità competenti e una crescente attenzione da parte dei media nazionali e internazionali.