Israele blocca la spedizione Flotilla: avviati i rimpatri dei passeggeri

Attivisti filopalestinesi a bordo della Madleen rimpatriati da Israele dopo il sequestro, mentre la crisi umanitaria a Gaza si aggrava e le tensioni internazionali aumentano.

Gli attivisti filopalestinesi a bordo del veliero Madleen, appartenente all’ong Freedom Flotilla, sono stati trasferiti all’aeroporto di Tel Aviv per essere rimpatriati dopo essere stati sequestrati da Israele mentre tentavano di raggiungere la Striscia di Gaza. Il Ministero degli Esteri israeliano ha reso pubblica la notizia oggi, sottolineando che coloro che non firmeranno i documenti di espulsione saranno portati davanti a un’autorità giudiziaria, in conformità con le leggi israeliane.

Il tentativo di rompere il blocco su Gaza

Il 19 febbraio 2025, un gruppo di 12 attivisti provenienti da vari Paesi, tra cui la nota attivista svedese Greta Thunberg, ha tentato di rompere il blocco israeliano su Gaza, che sta affrontando una grave crisi umanitaria a causa di un conflitto prolungato. Tuttavia, la Marina militare israeliana ha intercettato il veliero Madleen durante la navigazione in acque internazionali. Thunberg ha denunciato l’accaduto, affermando: “Siamo stati rapiti in acque internazionali”, mentre il governo israeliano ha minimizzato l’evento, definendo la nave “uno yacht da selfie con un carico di aiuti esiguo”. Nella stessa giornata, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha avuto una conversazione telefonica con Donald Trump, discutendo della tregua in corso e dei negoziati sul nucleare con l’Iran.

La Madleen, barca a vela della Freedom Flotilla Coalition, era partita dalla Sicilia domenica scorsa con attivisti di diverse nazionalità, tra cui Rima Hassan, eurodeputata franco-palestinese. Secondo fonti militari, la nave è stata intercettata intorno alle 3 del mattino, dopo aver ignorato ripetuti avvertimenti di tornare indietro. Il Ministero degli Esteri israeliano ha sottolineato che la zona marittima di Gaza è un’area di conflitto attivo, dove Hamas ha già sfruttato le rotte marittime per attacchi terroristici.

Le reazioni internazionali e le accuse di violazione dei diritti

Il Ministero degli Esteri israeliano ha dichiarato che la Madleen è stata rimorchiata verso il porto di Ashdod e che gli attivisti a bordo sarebbero stati rimpatriati. Un’immagine di Greta Thunberg sorridente mentre un soldato le offriva un panino è stata diffusa per evidenziare l’incolumità dell’equipaggio. Tuttavia, gli attivisti avevano anticipato un epilogo simile, registrando video in cui chiedevano aiuto ai propri governi. Hanno denunciato che la nave è stata abbordata illegalmente e che il loro carico di aiuti umanitari, tra cui cibo e forniture mediche, è stato confiscato.

La Turchia ha condannato l’accaduto come una “flagrante violazione del diritto internazionale”, mentre il presidente francese Emmanuel Macron ha chiesto il rientro immediato dei sei cittadini francesi a bordo della Madleen. Anche le autorità svedesi hanno contattato Israele per garantire assistenza a Thunberg. Il governo israeliano ha respinto le accuse, affermando che gli attivisti hanno tentato di inscenare una provocazione mediatica.

Le conseguenze del conflitto a Gaza

Nelle ultime 24 ore, il ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas, ha riportato che 47 palestinesi sono stati uccisi e 388 feriti a causa degli attacchi dell’esercito israeliano, portando il bilancio totale dal 7 ottobre 2023 a oltre 54.927 morti e 126.615 feriti. Questo contesto di violenza ha ulteriormente inasprito le tensioni tra le parti, mentre da Tunisia è partita una carovana di attivisti pronti a portare aiuti nella Striscia di Gaza attraverso Libia ed Egitto.

Nel frattempo, l’Iran ha condannato l’abbordaggio della Madleen, mentre il dossier nucleare di Teheran continua a essere un tema centrale nei colloqui tra Netanyahu e Trump. Gli Stati Uniti stanno cercando di negoziare un accordo per impedire la costruzione di armi nucleari da parte dell’Iran, ma Israele considera ogni dialogo con la Repubblica islamica inaccettabile, spingendo Netanyahu a considerare azioni militari, nonostante il netto rifiuto da parte della Casa Bianca.

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