La fotosintesi globale registra un incremento significativo nel 2025

L’aumento della fotosintesi terrestre e il calo dell’attività marina evidenziano l’impatto del cambiamento climatico sugli ecosistemi e sull’assorbimento di CO2 tra il 2003 e il 2021.

La fotosintesi sta registrando un incremento significativo a livello globale, un processo essenziale attraverso il quale piante e microrganismi trasformano la luce solare in cibo e energia. Secondo uno studio condotto da Yulong Zhang della Duke University, pubblicato sulla rivista Nature Climate Change, tra il 2003 e il 2021 questo fenomeno ha contribuito all’assorbimento di 0,1 miliardi di tonnellate di carbonio all’anno. Tuttavia, i dati indicano che l’attività fotosintetica è più intensa sulla terraferma rispetto agli oceani.

La mappatura della fotosintesi attraverso i satelliti

I ricercatori hanno utilizzato una varietà di dati satellitari per realizzare una mappa dettagliata dell’attività fotosintetica. Grazie ai satelliti, è possibile misurare la quantità di clorofilla presente nelle foglie e nei microrganismi, consentendo di valutare l’attività molecolare in atto. Questa metodologia ha reso possibile un’analisi più approfondita della salute degli ecosistemi, poiché la fotosintesi è il metodo predominante in natura per la produzione di energia a partire dalla luce solare. Gli organismi fotosintetici rappresentano la base fondamentale per tutte le catene alimentari, rendendo la misurazione della loro attività un indicatore cruciale per comprendere lo stato di salute degli ecosistemi.

Misurare l’attività di fotosintesi non solo fornisce informazioni sulla salute degli ecosistemi, ma permette anche di calcolare quanta CO2 viene assorbita o rilasciata annualmente. Questi dati sono essenziali per prevedere i cambiamenti climatici futuri, poiché l’equilibrio tra assorbimento e rilascio di carbonio ha un impatto diretto sulla salute del pianeta.

Aumento della fotosintesi e riduzione dell’attività marina

L’analisi effettuata dai ricercatori ha messo in luce un aumento dell’attività fotosintetica, corrispondente a un incremento dell’assorbimento di 0,2 miliardi di tonnellate di CO2 all’anno tra il 2003 e il 2021. Questa tendenza è stata osservata sia nelle aree temperate che in quelle boreali. Al contrario, durante lo stesso periodo, è stato registrato un calo complessivo dell’attività marina, con una diminuzione di circa 0,1 miliardi di tonnellate di carbonio l’anno, soprattutto negli oceani tropicali e subtropicali, in particolare nell’Oceano Pacifico.

Wenhong Li, uno dei coautori dello studio, ha spiegato che l’incremento della produzione primaria sulla terraferma è principalmente attribuibile alle piante situate a latitudini più elevate, dove il riscaldamento ha esteso le stagioni di crescita e creato condizioni più favorevoli. Al contrario, nei mari, il riscaldamento ha avuto un effetto opposto, riducendo l’attività del fitoplancton nelle regioni tropicali e subtropicali. Queste dinamiche mettono in evidenza l’importanza di monitorare attentamente gli ecosistemi sia terrestri che marini, poiché le variazioni climatiche possono avere effetti significativi sulla biodiversità e sulla salute del nostro pianeta.

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