Il progetto Moon-Rice, promosso dall’Agenzia Spaziale Italiana, sta dando vita a nuove varietà di riso destinate a essere coltivate nelle future colonie su Luna e Marte. Questa iniziativa, avviata nel 2025, coinvolge anche l’Università Statale di Milano, La Sapienza di Roma e l’Università Federico II di Napoli. I risultati preliminari, ottenuti nei primi nove mesi di attività, sono stati presentati durante la conferenza annuale della Society for Experimental Biology, attualmente in corso ad Anversa, in Belgio.
La sfida della coltivazione nello spazio
Una delle principali difficoltà nella coltivazione di vegetali per il sostentamento degli astronauti durante le missioni di lunga durata è rappresentata dalle dimensioni delle piante. Le colture tradizionali risultano troppo ingombranti, mentre le varietà nane presentano spesso problemi di germinazione, riducendo la loro produttività. Per affrontare questa problematica, i ricercatori dell’Università Statale di Milano stanno isolando varietà di riso mutanti, in grado di raggiungere un’altezza di soli 10 centimetri. Marta Del Bianco, biologa vegetale dell’Agenzia Spaziale Italiana, sottolinea che queste piante piccole rappresentano un punto di partenza promettente. Parallelamente, La Sapienza sta studiando geni capaci di modificare l’architettura della pianta per massimizzare la produzione e l’efficienza di crescita.
Arricchire il riso per le missioni spaziali
Un altro aspetto cruciale del progetto è l’arricchimento del contenuto proteico del riso, per compensare la mancanza di carne fresca durante le missioni spaziali. L’Università Federico II di Napoli sta sfruttando la propria esperienza nelle colture spaziali per sviluppare queste varietà. Del Bianco spiega che sulla Terra si simula la microgravità ruotando continuamente le piante, in modo da esporle uniformemente alla gravità. Questa metodologia rappresenta il miglior approccio attuabile sulla Terra, poiché gli esperimenti in condizioni di microgravità reale sono complessi e costosi.
Benefici per astronauti e applicazioni terrestri
La coltivazione di piante adatte per lo spazio non solo contribuirà al benessere psicofisico degli astronauti, che potranno dedicarsi al giardinaggio e avere accesso a cibo fresco, ma potrebbe anche avere applicazioni significative sulla Terra. Del Bianco osserva che una coltura robusta, sviluppata per l’ambiente spaziale, potrebbe trovare impiego in aree difficili come l’Artico, l’Antartico, i deserti o in spazi ristretti. Questo approccio innovativo potrebbe quindi rivoluzionare non solo le missioni spaziali, ma anche l’agricoltura in condizioni avverse sul nostro pianeta.