Trump annuncia il rilascio di una donna rapita in Iraq nel 2023

Il presidente Trump annuncia il rilascio di Elizabeth Tsurkov, studentessa israeliano-russa rapita da Hezbollah in Iraq, confermato dal premier iracheno al-Sudani. Implicazioni geopolitiche in corso.

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha comunicato attraverso il social network X la liberazione di Elizabeth Tsurkov, una studentessa dell’Università di Princeton di nazionalità israeliano-russa. La giovane, che ha una sorella cittadina americana, era stata rapita da Hezbollah in Iraq nel 2023. Trump ha dichiarato: “Ora si trova al sicuro nell’ambasciata americana in Iraq dopo essere stata torturata per molti mesi”.

Rilascio confermato dal primo ministro iracheno

Il primo ministro iracheno, Mohammed Shia al-Sudani, ha confermato il rilascio dell’accademica, avvenuto grazie agli intensi sforzi dei servizi di sicurezza iracheni nel corso di un lungo periodo. La liberazione di Tsurkov rappresenta un importante successo per le autorità irachene, che hanno lavorato instancabilmente per garantire la sua sicurezza.

Dettagli sul rilascio da parte di Kataeb Hezbollah

Un portavoce del gruppo militante iracheno Kataeb Hezbollah ha rivelato che il rilascio di Elizabeth Tsurkov è avvenuto per evitare “conflitti” in Iraq e per facilitare il ritiro delle forze statunitensi. Sebbene Kataeb Hezbollah non abbia rivendicato il rapimento, la fonte ha dichiarato all’Afp che “è stata rilasciata a determinate condizioni, la più importante delle quali era quella di facilitare il ritiro delle forze statunitensi senza combattere e di risparmiare all’Iraq qualsiasi conflitto o combattimento”. Inoltre, è stato specificato che “è stata rilasciata e non liberata. Non è stata condotta alcuna operazione militare per liberarla”.

Implicazioni geopolitiche della liberazione

Questa vicenda sottolinea le complesse dinamiche geopolitiche in corso in Iraq e la delicatezza della situazione riguardante le forze americane nel paese. La liberazione di Tsurkov potrebbe avere ripercussioni significative sul futuro delle relazioni tra gli Stati Uniti e le milizie irachene, nonché sul clima di sicurezza generale nella regione.

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