Un sistema globale e standardizzato per la classificazione delle tempeste spaziali, simile a quello già in uso in meteorologia, astronomia e geografia, è la proposta avanzata in un articolo pubblicato il 15 gennaio 2025 sulla rivista Perspectives of Earth and Space Scientists. Questa iniziativa nasce da una ricerca internazionale che coinvolge l’Italia, rappresentata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). In un contesto in cui gli eventi meteorologici spaziali stanno diventando sempre più frequenti e pericolosi, la creazione di un sistema condiviso per la denominazione di tali fenomeni si rivela cruciale per comunicare chiaramente i rischi e rendere comprensibili e riconoscibili fenomeni complessi.
Importanza della consapevolezza pubblica
Luca Spogli, ricercatore dell’INGV e co-autore dello studio, sottolinea l’importanza della consapevolezza pubblica riguardo al meteo spaziale. “La nostra società è vulnerabile agli effetti del meteo spaziale, ma la maggior parte delle persone non è consapevole di cosa esso sia o di quanto possa influenzare la nostra vita quotidiana”, afferma Spogli. Secondo il ricercatore, attribuire un nome alle tempeste spaziali potrebbe sembrare un aspetto secondario, ma rappresenta un passo fondamentale per migliorare la comunicazione, ridurre l’ambiguità e facilitare la preparazione del pubblico.
Minacce globali e comunicazione
Il meteo spaziale è considerato una delle principali minacce globali, ma la comunicazione riguardante questi eventi rimane spesso limitata a un pubblico specialistico. In passato, solo pochi eventi significativi hanno ricevuto un nome, e questi sono stati assegnati senza criteri uniformi. Per affrontare questa mancanza, i ricercatori propongono la creazione di un gruppo di lavoro con il compito di definire i criteri per la denominazione delle tempeste, che includerebbero soglie di intensità, durata e impatto previsto.
Monitoraggio e percezione degli eventi
Spogli fa notare che “Tutti ricordano nomi come l’uragano Katrina: un nome rende l’evento memorabile e tangibile”. Questo approccio, secondo il ricercatore, faciliterebbe il monitoraggio degli eventi sui notiziari e sui social media, ma deve essere gestito con attenzione per evitare nomi che possano risultare allarmistici o inappropriati. La proposta, se attuata, potrebbe trasformare il modo in cui la società percepisce e reagisce agli eventi di meteo spaziale, rendendo la popolazione più consapevole e preparata.