A diciannove mesi dall’inizio del conflitto a Gaza, il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha posto la fine delle ostilità al centro dei colloqui in corso a Doha, in quello che si profila come uno dei momenti più critici dopo il 7 ottobre 2023.
Ripresa degli aiuti umanitari
Questa sera, Netanyahu ha annunciato la ripresa immediata degli aiuti umanitari verso Gaza, in risposta alle pressioni esercitate dagli Stati Uniti. Il primo ministro ha dichiarato che il team di negoziatori sta esplorando tutte le opzioni per raggiungere un accordo, che prevede l’adozione del piano Witkoff e la conclusione della guerra. Questo accordo includerebbe il rilascio di tutti gli ostaggi, l’esilio dei membri di Hamas e il disarmo dell’intera Striscia di Gaza. Tuttavia, poche ore dopo questa dichiarazione, l’esercito israeliano ha comunicato l’avvio dell’operazione “Carri di Gedeone” in diverse zone di Gaza, coinvolgendo cinque divisioni militari. Sebbene questa offensiva possa apparire contraddittoria rispetto alle parole di pace, essa è concepita come un’intensa pressione sui leader di Hamas affinché accettino di negoziare.
Escalation del conflitto
L’escalation del conflitto è iniziata dopo giorni di bombardamenti aerei intensi, che hanno portato a numerose vittime, preparando il terreno per le operazioni di terra. I bombardamenti mirati sembrano aver avuto successo nell’obiettivo di eliminare Muhammed Sinwar, il fratello minore dell’ex leader di Hamas Yahya, ucciso a ottobre. La conferma della sua morte è attesa sia da Hamas che da Tsahal. Tuttavia, domenica mattina l’emittente saudita Al-Hadath ha riportato che “il corpo di Muhammad Sinwar, leader de facto di Hamas, è stato rinvenuto in un tunnel a Khan Younis“, in riferimento a un bunker sotto l’ospedale europeo, colpito da ripetuti bombardamenti.
Operazione aerea e notizie da Gaza
Un’operazione aerea dei caccia dell’IAF è scattata venti minuti dopo una segnalazione cruciale dal terreno, che indicava la presenza di Sinwar in riunione con altri dieci leader dell’organizzazione, tra cui Muhammad Shabana, comandante della brigata di Rafah, anch’esso dato per morto. Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha dichiarato che “non esiste ancora una verifica ufficiale, ma tutte le indicazioni suggeriscono che Muhammad Sinwar sia stato eliminato”. Nel frattempo, dalla Striscia di Gaza giungono notizie di avanzate di carri armati a nord di Khan Younis, accompagnate da bombardamenti intensi e attacchi aerei nella parte orientale di Jabaliya.
Allerta in Israele e evacuazioni
Domenica pomeriggio, in Israele, sono scattati gli allarmi per il lancio di due razzi dall’enclave. Quds, un gruppo affiliato a Hamas, ha diffuso video di famiglie palestinesi che fuggono dai campi di Jabaliya, Beit Lahia e Tal a-Za’tar a causa dell’intensificarsi dei raid aerei. Successivamente, il portavoce dell’esercito israeliano ha ordinato l’evacuazione dell’area orientale di Deir al-Balah. In serata, il gabinetto politico e di sicurezza si riunirà per discutere la questione degli aiuti umanitari a Gaza e dei rapiti.
Negoziazioni e dichiarazioni
Dagli Stati Uniti, l’inviato speciale Steve Witkoff ha dichiarato in un’intervista all’ABC che Israele ha “indicato” l’intenzione di consentire l’ingresso di cibo a Gaza, dopo aver chiuso i valichi per oltre due mesi. La Gaza Humanitarian Foundation, creata in collaborazione con Gerusalemme, dovrebbe iniziare a operare entro la fine del mese, inviando cucine mobili e camion carichi di farina al confine. Witkoff ha sottolineato che non si desidera assistere a una crisi umanitaria e che non si permetterà che si verifichi sotto la presidenza di Trump.
Trattative in corso
Nel frattempo, l’inviato statunitense per gli ostaggi, Adam Boehler, attualmente a Doha per i negoziati, ha affermato a Fox News che le trattative sono in corso e ha smentito le voci di difficoltà, sottolineando che il rilascio dell’ostaggio Idan Alexander è un segnale che Hamas riconosce la necessità di liberare i rapiti per fermare gli attacchi.