Sviluppati i primi organoidi dotati di un sistema vascolare funzionale

I ricercatori del Centro Max Delbrück hanno sviluppato organoidi delle isole del pancreas con sistema vascolare, migliorando la produzione di insulina e offrendo nuove prospettive per il trattamento del diabete.

Sono stati realizzati in laboratorio i primi organoidi, modelli semplificati di organi umani, che replicano in modo significativo il funzionamento delle isole del pancreas, ovvero i raggruppamenti cellulari responsabili della produzione di ormoni fondamentali, come l’insulina. Questo importante progresso è stato raggiunto grazie al lavoro dei ricercatori del Centro Max Delbrück per la medicina molecolare di Berlino, che sono riusciti a integrare un sistema vascolare all’interno degli organoidi. Il risultato, pubblicato il 2 aprile 2025 sulla rivista Developmental Cell, offre nuove prospettive per approfondire la comprensione dei meccanismi del diabete e per la ricerca di terapie più efficaci.

La sfida degli organoidi delle isole del pancreas

Le isole del pancreas, conosciute anche come isole di Langerhans, sono già utilizzate in modo diffuso per lo studio del diabete e di altre malattie. Tuttavia, le cellule contenute in questi mini-organi presentano un livello di immaturità che non consente loro di replicare in modo realistico le funzioni del corpo umano. Sono stati tentati diversi approcci per favorire la maturazione delle cellule produttrici di insulina, ma i risultati ottenuti fino ad ora sono stati insoddisfacenti. Recentemente, un gruppo di ricercatori coordinati da Maike Sander ha trovato la “ricetta” giusta dopo cinque anni di sperimentazioni condotte in varie condizioni. Sander ha dichiarato che il progetto ha coinvolto un team di biologi e bioingegneri interamente dedicato a questa ricerca.

Il ruolo del sistema vascolare

La chiave del successo di questa ricerca è stata l’aggiunta di particolari tipologie di cellule che hanno consentito all’organoide di sviluppare una propria rete vascolare. Questo sistema vascolare ha avuto un impatto significativo sulla maturazione delle cellule produttrici di insulina, portandole a uno stato simile a quello delle cellule normalmente presenti nel pancreas. Gli autori dello studio hanno effettuato trapianti delle cellule così ottenute in topi diabetici, osservando che queste cellule funzionavano meglio all’interno di un organismo. Dopo 19 settimane, alcuni degli animali trapiantati non mostrano più i segni tipici della malattia, evidenziando l’efficacia della nuova metodologia.

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