Un nuovo e sorprendente elemento si affaccia nella lotta contro l’Alzheimer e altre forme di demenza: si tratta dello zucchero. Questo è quanto emerso da una ricerca pubblicata il 5 marzo 2025 sulla rivista Nature Metabolism, condotta dal Buck Institute per la ricerca sull’invecchiamento, situato in California. Gli esperimenti realizzati sui moscerini della frutta (Drosophila melanogaster) e su cellule umane coltivate in laboratorio hanno rivelato che i neuroni utilizzano gli zuccheri, la loro principale fonte di energia, in un modo diverso da quanto precedentemente ipotizzato. Questo meccanismo risulta essere fortemente correlato all’accumulo di proteine tossiche, caratteristico delle malattie neurodegenerative. La scoperta potrebbe aprire nuove strade per le terapie contro l’Alzheimer e le diverse forme di demenza.
Il ruolo del glucosio nel cervello
Il glucosio viene immagazzinato nell’organismo, principalmente nel fegato e nei muscoli, sotto forma di glicogeno. Nonostante piccole quantità di questo zucchero complesso siano presenti anche nel cervello, il suo ruolo è stato a lungo considerato marginale. Pankaj Kapahi, coordinatore della ricerca, afferma: “Questo nuovo studio mette in discussione questa visione, con implicazioni sorprendenti”. I risultati hanno dimostrato che il glicogeno non rimane inattivo nel cervello, ma è coinvolto nelle sue patologie.
Accumulo di glicogeno e progressione della malattia
I ricercatori hanno rivelato che il cervello colpito da demenza accumula glicogeno in quantità eccessive, il che sembra accelerare la progressione della malattia. Questo accade perché la proteina tau, che si accumula nell’Alzheimer, si lega al glicogeno, intrappolandolo e impedendo il suo utilizzo da parte delle cellule. Liberando questi depositi di zucchero e ripristinando l’attività dell’enzima necessario alla loro degradazione, gli autori dello studio hanno dimostrato di poter ridurre l’effetto tossico dell’accumulo di proteine, sia nei modelli animali che nei neuroni umani coltivati a partire da cellule staminali.
La ricerca rappresenta un passo significativo nella comprensione delle dinamiche cerebrali legate alle malattie neurodegenerative, suggerendo che il glicogeno potrebbe giocare un ruolo cruciale nella salute neurologica e nella gestione delle patologie come l’Alzheimer.