Due gusci concentrici avvolgono i resti di una supernova, rappresentando la prima evidenza visiva di una stella distrutta da una doppia esplosione. Questa straordinaria immagine è stata catturata dal telescopio VLT dell’European Southern Observatory e risolve un mistero che perdurava da tempo riguardo ai meccanismi che governano le esplosioni delle supernovae di tipo Ia. Questi eventi sono fondamentali per la nostra comprensione dell’espansione dell’universo e costituiscono la principale fonte di ferro presente sulla Terra. La scoperta è stata pubblicata il 2 maggio 2025 sulla rivista Nature Astronomy, frutto del lavoro di un team di ricerca coordinato dall’Università australiana del Nuovo Galles del Sud e dall’Istituto tedesco di studi teorici di Heidelberg.
Origine delle supernovae di tipo ia
La maggior parte delle supernovae deriva dalla morte esplosiva di stelle massicce, ma quelle di tipo Ia hanno un’origine differente. Questi eventi catastrofici si verificano in oggetti più piccoli, noti come nane bianche, che hanno dimensioni simili a quelle del Sole. Fino ad oggi, la teoria predominante suggeriva che una singola esplosione fosse responsabile di queste supernovae, causata dall’accumulo di materia prelevata da una stella compagna fino a raggiungere una massa critica. Tuttavia, i ricercatori, sotto la guida di Priyam Das e Ivo Seitenzahl, hanno fornito prove che, in alcuni casi, la detonazione avviene in due fasi.
La nana bianca, durante il suo processo di accrescimento, riesce a formare attorno a sé una coltre di elio, materiale sottratto alla stella compagna. Questo strato di elio può diventare instabile e accendersi, dando vita a una prima esplosione. L’onda d’urto generata da questo evento innesca una seconda detonazione nel nucleo della stella, che culmina infine nella supernova. Questa nuova interpretazione dei fenomeni di esplosione offre un’importante chiave di lettura per comprendere la vita e la morte delle stelle di piccola massa.
La scoperta e la sua rilevanza
La firma della duplice esplosione è stata identificata nei due gusci di calcio che circondano l’astro distrutto, noto con la sigla SNR 0509-67.5. Questa scoperta rappresenta un passo significativo nella risoluzione di un mistero di lunga data, come sottolinea Das: “Questa prova tangibile di una doppia detonazione non solo contribuisce a risolvere un mistero di lunga data, ma offre anche uno spettacolo visivo”. L’identificazione di questi gusci fornisce nuovi indizi sui processi che portano alla formazione delle supernovae di tipo Ia e, di conseguenza, sulla loro importanza nell’evoluzione dell’universo.
Il lavoro del team di ricerca non solo arricchisce la nostra comprensione teorica, ma ha anche implicazioni pratiche per la cosmologia moderna. Le supernovae di tipo Ia sono utilizzate come candele standard per misurare le distanze nell’universo, contribuendo a mappare la sua espansione. La nuova evidenza di una doppia esplosione potrebbe portare a una revisione delle attuali teorie e modelli, aprendo la strada a nuove scoperte scientifiche nel campo dell’astronomia.