L’acqua è diventata un bene raro a Gaza, costringendo i palestinesi a percorrere anche due chilometri a piedi per raggiungere i punti di rifornimento. In una mattina di agosto 2025, nei pressi del campo profughi di Nuseirat, circa trenta persone si trovavano in fila sotto il sole cocente quando un drone israeliano ha lanciato un missile, causando un tragico errore che ha portato alla morte di dieci individui, tra cui sei bambini. Questo episodio si inserisce in un contesto di violenza crescente, con Hamas che stima in 58.000 il numero totale delle vittime dall’inizio del conflitto.
Prospettive di cessate il fuoco
Le prospettive di un cessate il fuoco, inizialmente alimentate dalla pressione esercitata da Donald Trump su Benyamin Netanyahu, sembrano ora svanire. Gli attacchi aerei e le operazioni di terra israeliane nella Striscia di Gaza sono aumentati, con un bilancio di almeno 30 morti in un solo giorno. I colloqui in corso a Doha riguardo alla proposta americana di una tregua di 60 giorni in cambio della liberazione degli ostaggi e di un impegno a discutere la fine del conflitto continuano, ma solo formalmente.
Divisione tra Israele e Hamas
Le disposizioni su dove le forze israeliane devono posizionarsi durante la tregua evidenziano la divisione tra Israele e Hamas. Il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, si trova in una posizione difficile, pressato sia dal tycoon americano sia dai membri più estremisti del suo governo, come Ben Gvir e Bezalel Smotrich. Netanyahu ha chiarito che non intende ritirarsi da Gaza, affermando: “Cosa vuole Hamas? Vuole rimanere a Gaza. Vuole che noi ce ne andiamo, così può riarmarsi e attaccarci di nuovo. Non lo accetterò”.
Responsabilità e priorità di Netanyahu
Il primo ministro ha attribuito la responsabilità a Hamas, dichiarando: “Abbiamo accettato l’accordo, ma Hamas l’ha rifiutato”. Ha poi ribadito le sue priorità, sottolineando la necessità di garantire il rilascio degli ostaggi e la distruzione di Hamas, affinché Gaza non rappresenti più una minaccia per Israele. Netanyahu ha definito “manipolati” anche i sondaggi che mostrano un’ampia maggioranza a favore del ritorno degli ostaggi e della fine del conflitto.
Situazione della popolazione israeliana e palestinese
La popolazione israeliana sembra stanca di un conflitto che non mostra segni di risoluzione. Nel frattempo, i palestinesi di Gaza continuano a lottare per la sopravvivenza, mentre carburante, cibo, acqua e medicine scarseggiano, come denunciato da sette agenzie dell’Onu. A Nuseirat, come in altri centri di distribuzione, i gazawi si trovavano in fila per rifornirsi d’acqua quando un attacco aereo israeliano ha colpito la folla. Filmati non verificati, circolati online dopo il raid, mostrano scene strazianti di bambini insanguinati e corpi senza vita, con la popolazione che si affrettava a soccorrere i feriti, trasportandoli all’ospedale al-Awda di Nuseirat, dove 16 persone, tra cui sette bambini, sono state curate.
Riconoscimento dell’esercito israeliano
L’esercito israeliano ha riconosciuto che l’attacco aereo, mirato a un presunto “terrorista della Jihad islamica“, ha avuto esiti disastrosi, con le munizioni che sono esplose a decine di metri dal bersaglio. L’incidente è attualmente sotto revisione e l’esercito ha espresso rammarico per i danni causati ai civili.