Primi dati sulle pensioni: previsti 5 miliardi per la loro rivalutazione

Le nuove stime sulle pensioni in Italia prevedono un costo di cinque miliardi di euro per il 2026, mentre il dibattito politico si intensifica con proposte di riforma.

Il panorama delle pensioni in Italia si arricchisce di nuove stime e proposte. Secondo le valutazioni elaborate dai tecnici del governo, mantenendo l’attuale struttura di rivalutazione per fasce di reddito, il costo per il 2026 si prevede possa raggiungere circa cinque miliardi di euro. Questa cifra non tiene conto del ritorno fiscale che gli aumenti genererebbero automaticamente, ed è considerata un punto di partenza per le discussioni sulla legge di bilancio.

Analisi della spesa pensionistica

Il calcolo della spesa pensionistica, secondo la legislazione vigente, si basa sull’inflazione prevista per il 2025, attualmente fissata all’1,7% secondo i dati rilasciati ad agosto. La spesa totale per le pensioni nel 2025, comprese le pensioni assistenziali, è stimata intorno ai 355 miliardi di euro. Applicando l’1,7% a tutta la spesa, le risorse necessarie supererebbero i sei miliardi. Tuttavia, considerando la rivalutazione basata sulle fasce di reddito stabilite dalla legge di bilancio precedente, che prevede un aumento del 100% per gli assegni fino a quattro volte il trattamento minimo, del 90% per quelli tra quattro e cinque volte, e del 75% per gli importi superiori, il costo si riduce a circa cinque miliardi.

Proposte e misure in discussione

Il dibattito sulle pensioni è ampio e variegato. Nella seconda metà di agosto, sono emerse diverse proposte, tra cui quella della Lega, rappresentata dal sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, che ha suggerito di utilizzare il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) come forma di rendita per consentire un’uscita anticipata dal lavoro a 64 anni. Questa misura potrebbe anche contribuire a incentivare la previdenza complementare, un settore che il governo intende rafforzare come alternativa al sistema previdenziale pubblico.

In aggiunta, l’esecutivo sta considerando di bloccare l’aumento di tre mesi dell’età pensionabile previsto dalla legge Fornero a partire dal 2027, un adeguamento legato all’aspettativa di vita. Secondo alcune stime, il costo di questa misura potrebbe aggirarsi intorno ai tre miliardi di euro, anche se nel primo anno l’impatto finanziario potrebbe essere minore.

Le posizioni dei partiti politici

Recentemente, Forza Italia ha fatto il punto sulle proprie priorità in una riunione guidata dal segretario Antonio Tajani. Tra le undici richieste avanzate, spicca l’abbassamento della seconda aliquota Irpef dal 35 al 33% per i redditi fino a 60.000 euro. Gli azzurri puntano anche sulla detassazione di premi di produzione e straordinari, con l’obiettivo di migliorare le retribuzioni, e propongono l’Ires premiale per le imprese, sostenuta anche dalle richieste di Confindustria.

D’altra parte, Noi Moderati ha presentato richieste più ambiziose, come l’esenzione dall’Irpef per i primi quattro anni di lavoro e l’aumento delle detrazioni per le spese scolastiche. Inoltre, si chiede un maggior sostegno alle scuole paritarie e l’eliminazione del tetto al cinque per mille per le associazioni di volontariato.

Il dibattito sulle pensioni e le misure economiche continua a essere al centro dell’attenzione politica, con ogni partito che cerca di influenzare le decisioni in vista della prossima legge di bilancio.

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