Il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, ha manifestato una certa apertura a un cessate il fuoco in Ucraina, sebbene la tempistica rimanga incerta. Durante una lunga conversazione telefonica avvenuta il 5 aprile 2025 con il presidente americano Donald Trump, quest’ultimo ha comunicato che Kiev e Mosca avvieranno immediatamente i negoziati per una tregua, ma senza fornire dettagli specifici riguardo ai termini. Trump ha sottolineato l’importanza di negoziare non solo una tregua, ma anche la fine del conflitto, lasciando però in sospeso le modalità e le tempistiche.
Colloquio tra i leader
Al termine di questo atteso colloquio, il presidente statunitense si è mostrato ottimista, definendo la conversazione come caratterizzata da “toni e spirito eccellenti”. Tuttavia, il Cremlino ha omesso di menzionare un cessate il fuoco immediato, richiesto da Stati Uniti, Ucraina e paesi europei. Inoltre, non è emerso alcun riferimento a un possibile incontro tra i due leader, con il Cremlino che ha dichiarato: “Non è il momento”. Trump ha più volte sostenuto che un faccia a faccia potrebbe rappresentare una svolta decisiva per la pace, ma per ora il dialogo ha prodotto solo impegni generali da parte di Putin, che segnalano un piccolo progresso rispetto ai colloqui di Istanbul, il primo contatto diretto tra le due nazioni in tre anni.
Possibile sede dei negoziati
Durante una dichiarazione nella serata italiana, Trump ha affermato: “Sarebbe fantastico avere i negoziati tra Ucraina e Russia in Vaticano“. Ha aggiunto che le condizioni delle trattative dovranno essere concordate tra le due parti, poiché solo loro conoscono i dettagli delle negoziazioni. Alcuni analisti interpretano questa posizione come un passo indietro per gli Stati Uniti, mentre il presidente americano sembra esultare per aver aperto una via per porre fine a quello che ha definito un “catastrofico bagno di sangue” in Ucraina. Dall’altra parte, Putin ha parlato da Sochi, dove si trovava per l’inaugurazione di una scuola di musica, impegnandosi a collaborare con Kiev su un memorandum per un futuro trattato di pace, che potrebbe includere un cessate il fuoco temporaneo se saranno raggiunti gli accordi necessari. Ha anche avvertito che sono necessari compromessi che soddisfino entrambe le parti e che devono essere affrontate le cause profonde del conflitto.
Posizione dell’Ucraina
Il presidente ucraino, Voldymyr Zelensky, informato da Trump sulla conversazione con Putin, ha dichiarato che Kiev è disposta a considerare l’offerta russa su un memorandum, ma ha ribadito che non si ritirerà dalle regioni sotto il suo controllo, inclusi Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia, come richiesto dai russi a Istanbul. Prima della telefonata con Putin, Trump aveva anche contattato Zelensky, suggerendo che ci potesse essere una svolta, ma attualmente non sembra che ciò si sia concretizzato. Secondo alcuni esperti, Putin continua a mantenere le sue posizioni, con l’intento di guadagnare tempo e proseguire con le operazioni militari.
Indecisione di Putin
Il vicepresidente americano, JD Vance, ha dichiarato poche ore prima della telefonata con Trump che Putin potrebbe non sapere come uscire dal conflitto. Questa apparente indecisione del leader russo, che deve mantenere una facciata di forza per rispondere alla destra del suo paese, potrebbe rappresentare un vantaggio per gli Stati Uniti nelle trattative, supportate da sanzioni severe contro Mosca e i suoi alleati. I paesi europei, informati da Trump sui dettagli della conversazione, continuano a premere affinché venga trovata una soluzione al conflitto.
Meloni: ‘Pronti a facilitare i contatti per la pace’
Tra i leader informati da Trump sull’esito della telefonata con Putin c’è anche la premier italiana Giorgia Meloni. Nella nota di Palazzo Chigi si evidenzia il lavoro per avviare “immediatamente i negoziati” con l’obiettivo di raggiungere “il prima possibile un cessate il fuoco e costruire le condizioni per una pace giusta e duratura in Ucraina“. Si sottolinea, inoltre, la disponibilità del Santo Padre a ospitare i colloqui presso il Vaticano.
Ruolo attivo dell’Italia
Meloni ha affermato che l’Italia è pronta a svolgere un ruolo attivo per facilitare i contatti e promuovere la pace. La nota di Palazzo Chigi non fa riferimento a eventuali nuove sanzioni contro Mosca, di cui ha parlato invece Berlino. La capitale italiana è vista come un possibile crocevia per la pace, soprattutto dopo che nei recenti eventi si sono riuniti leader mondiali per il funerale di Papa Francesco e per l’insediamento di Leone XIV. Questo incontro ha permesso alla premier di coinvolgere il vicepresidente statunitense JD Vance e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Prossimi eventi e tensioni
Le prossime settimane potrebbero chiarire il ruolo di questo incontro nel contesto dei negoziati tra Washington e Bruxelles riguardo ai dazi. Nel frattempo, i sostenitori di Meloni continuano a celebrare il vertice, mentre le critiche delle opposizioni vengono considerate strumentali. Nel centrodestra si percepisce una crescente “idiosincrasia” verso Emmanuel Macron, accusato di cercare di recuperare consenso attraverso il “teatro”. Tuttavia, alcuni membri del governo ammettono che alcune valutazioni recenti potrebbero non essere state ben calibrate, rischiando di creare un disallineamento di Roma rispetto agli altri partner europei, in particolare per la scelta di puntare su un rapporto privilegiato con Washington.
Incontri futuri e diplomazia
Il focus ora è mantenere un ruolo attivo nei tavoli internazionali più rilevanti, specialmente in quello sulla crisi ucraina. Il 10 e 11 luglio, l’Italia ospiterà la “Ukraine Recovery Conference”, evento che potrebbe acquisire maggiore importanza se si dovessero verificare le condizioni per un cessate il fuoco prolungato e stabile. Prima di questo, il 20 giugno, Roma sarà sede di un vertice sul Piano Mattei-Global Gateway, che Meloni presiederà insieme a von der Leyen. Sullo sfondo, persistono tensioni con alcuni partner europei, in particolare con la Francia, riguardo al formato di alcune riunioni recenti. Il portavoce del cancelliere tedesco ha spiegato che il formato della call tra Trump e gli alleati europei è stato proposto dagli americani e riflette il buon rapporto di Meloni con il presidente Usa, che potrebbe influenzare le dinamiche future.
Telefonata tra Meloni e Trump
Una versione che si incrocia con la telefonata avuta da Meloni con Trump, avvenuta il 1° aprile 2025, subito dopo la foto di Tirana con Macron, Keir Starmer, Friedrich Merz e Donald Tusk, in collegamento con il presidente americano. La riservatezza riguardo il colloquio tra Palazzo Chigi e Casa Bianca è durata 24 ore, filtrando solo dopo la call che Trump ha avuto con i leader europei, Meloni inclusa, in vista della sua conversazione con Putin. Le dichiarazioni provenienti da Berlino sono state interpretate anche come un riconoscimento del ruolo di Meloni come “ponte” tra Usa e Europa, ma vi è chi sospetta che possa essere stato un segnale diplomaticamente astuto.
Ristabiliti i contatti tra Russia e Ucraina
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha annunciato che i contatti tra Russia e Ucraina sono stati ripristinati e sono attualmente in fase di attuazione. Durante una conversazione con i giornalisti, Peskov ha affermato: “I contatti tra russi e ucraini sono ora in corso”, sottolineando l’importanza di questo sviluppo. Riguardo alla proposta del Vaticano come sede per i negoziati, ha dichiarato che “tutti sono a conoscenza di questa iniziativa del Papa” e ha espresso gratitudine per chi è disposto a contribuire, ma ha anche precisato che non sono state ancora prese decisioni specifiche sul luogo in cui proseguire i negoziati futuri.
In merito al memorandum con l’Ucraina, Peskov ha chiarito che “non ci sono scadenze e non possono essercene”. Ha aggiunto che, sebbene tutti vogliano procedere il prima possibile, “il diavolo si nasconde nei dettagli”. Le bozze del memorandum saranno formulate sia dalla parte russa che da quella ucraina, con successivi scambi e contatti complessi per elaborare un testo unico.