Donne e ragazze nel Darfur, Sudan, affrontano un pericolo costante di aggressioni sessuali. Secondo un rapporto di Medici Senza Frontiere (Msf) pubblicato il 15 aprile 2025, tra gennaio 2024 e marzo 2025, sono stati assistiti 659 sopravvissuti a violenze sessuali, di cui il 94% erano donne e il 31% minorenni. Tra queste vittime, ci sono anche bambini di età inferiore ai 5 anni.
Tipologie di violenza e responsabilità
Le aggressioni sessuali, frequentemente perpetrate in gruppo, sono descritte come atti spietati. Claire San Filippo, coordinatrice delle emergenze di Msf in Sudan, ha dichiarato in un comunicato che “tutta questa violenza è inaccettabile e deve finire”. Ha sottolineato che la violenza sessuale non è un effetto collaterale inevitabile dei conflitti, ma può costituire un crimine di guerra e una forma di tortura. San Filippo ha esortato le parti coinvolte nel conflitto a prendersi le proprie responsabilità e a garantire la protezione dei civili, evidenziando l’urgenza di rafforzare i servizi di assistenza per le vittime.
Condizioni di vita e vulnerabilità
Le violenze non si limitano solo agli attacchi ai villaggi o lungo le vie di fuga. La grave carenza di aiuti umanitari costringe molte persone a rischiare la propria sicurezza per sopravvivere. Questo porta a percorrere lunghe distanze a piedi o ad accettare lavori pericolosi. Anche coloro che scelgono di rimanere in isolamento, evitando situazioni rischiose, non sono al sicuro. Vivono senza accesso a fonti di reddito, cibo, acqua e cure mediche. La mancanza di luoghi sicuri rende la violenza una minaccia costante, che può colpire chiunque in qualsiasi momento, anche all’interno delle proprie abitazioni.
Dati sulle vittime
Dai dati raccolti, emerge che l’86% delle 659 persone che hanno subito violenze sessuali ha riferito di essere stata stuprata. Le statistiche mostrano che il 94% delle vittime erano donne e ragazze, con il 56% degli aggressori identificati come membri delle forze armate, della polizia o di gruppi armati non statali. Inoltre, il 55% delle vittime ha subito lesioni fisiche oltre alla violenza sessuale. Le aggressioni sono avvenute in vari contesti: il 34% delle vittime è stata aggredita mentre lavorava o si spostava nei campi. La distribuzione delle vittime minorenni è preoccupante, con il 31% di esse con meno di 18 anni, il 29% tra i 10 e i 19 anni, il 7% con meno di 10 anni e il 2,6% con meno di 5 anni.