Il Consiglio d’Europa denuncia il razzismo nelle forze di polizia, Meloni reagisce con fermezza

Confronto acceso tra Italia e Consiglio d’Europa sulle accuse di profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine, con reazioni forti da parte delle autorità italiane.

E’ in atto un acceso confronto tra l’Italia e il Consiglio d’Europa. Dopo la lettera inviata la scorsa settimana da Roma e Copenaghen, in cui sono state contestate alcune decisioni della Corte europea dei diritti dell’uomo riguardanti la questione migratoria, ora la commissione contro il razzismo e l’intolleranza (Ecri) con sede a Strasburgo ha rivolto le sue critiche alle forze dell’ordine italiane.

Aumento della polemica

A sollevare la polemica è stata la richiesta di Bertil Cottier, presidente dell’Ecri, al governo italiano di avviare al più presto uno studio indipendente sul fenomeno della profilazione razziale operata dalle forze di polizia. Questa affermazione ha scatenato una reazione immediata e decisa da parte delle autorità italiane.

Reazione della premier

La premier Giorgia Meloni ha definito le accuse “vergognose”, sostenendo che derivano da un “approccio ideologico” e da “pregiudizi evidenti”. Ha sottolineato i “numerosi episodi in cui gli agenti delle Forze dell’ordine vengono aggrediti, spesso da immigrati irregolari, mentre svolgono il loro dovere con coraggio, dedizione e rispetto della legge”.

Posizione del presidente della Repubblica

Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha preso posizione, invitando giovedì mattina il capo della Polizia e direttore generale della Pubblica sicurezza, Vittorio Pisani. La nota del Quirinale ha evidenziato la volontà di “riconfermare la stima e la fiducia della Repubblica nelle Forze dell’ordine, la cui azione si ispira allo spirito democratico e ai valori della Costituzione”.

Rapporto dell’Ecri

Il rapporto dell’Ecri, che già il 22 ottobre 2024 aveva denunciato episodi di profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine in un documento dedicato all’Italia, ha messo in evidenza un aumento dei controlli basati su fattori come il colore della pelle, l’origine etnica presunta o l’appartenenza religiosa in tutta Europa.

Misure contro la tendenza

In risposta a questa tendenza, l’organismo ha esortato i governi e i vertici delle forze dell’ordine a prendere misure concrete per contrastarla. Cottier ha ribadito il suo appello specificamente nei confronti dell’Italia.

Reazioni della maggioranza

La reazione della maggioranza non si è fatta attendere. La Lega ha definito il Consiglio d’Europa “un ente inutile da sciogliere” attraverso un post su X. Il vicepremier Antonio Tajani ha catalogato le osservazioni come “talmente astruse che, se non fossero offensive, sarebbero ridicole”, respingendole e sottolineando come le forze dell’ordine italiane siano “tra le più rispettose delle minoranze”.

Posizione del ministro dell’Interno

Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha descritto le accuse come “sorprendenti e inaccettabili”, definendo “dannoso” l’organismo da cui provengono e auspicando una riflessione sulla sua utilità.

Discussione alla Camera dei Deputati

La discussione si è estesa anche alla Camera dei Deputati. Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha dichiarato che le raccomandazioni dell’Ecri sono “inaccettabili e vergognose”. Il deputato del Partito Democratico, Piero Fassino, ha replicato invitando a non alimentare “una polemica strumentale” e a considerare attentamente le osservazioni provenienti da Strasburgo.

Difesa del Consiglio d’Europa

Elena Bonetti di Azione ha difeso il Consiglio d’Europa, ricordando che l’organo ha il compito di “tutelare i diritti nel rapporto tra cittadini e governi” e che le sue raccomandazioni sono rivolte a tutti gli Stati membri.

Tensione tra Roma e Strasburgo

La tensione tra Roma e Strasburgo rimane alta. Questo è evidenziato anche dalla risposta giunta sabato dal segretario generale del Consiglio d’Europa, Alain Berset, alla lettera inviata da un gruppo di nove Paesi, guidato da Italia e Danimarca, che contestava alcune sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo in materia di migrazione. “In una società governata dallo stato di diritto, nessun organo giudiziario dovrebbe subire pressioni politiche”, ha affermato Berset.

Add a comment

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *