Il “processo del secolo” in Brasile continua a tenere banco, con l’ex presidente Jair Bolsonaro al centro dell’attenzione. Oggi, 15 gennaio 2025, il giudice Luiz Fux, membro della Prima sezione della Corte Suprema brasiliana (STF), ha tenuto un intervento di oltre dieci ore, segnando un cambiamento significativo nel corso del procedimento legale. Fux è stato il primo magistrato a esprimere un voto favorevole all’assoluzione di Bolsonaro, dopo le condanne già espresse da Alexandre de Moraes e Flávio Dino.
Il voto di fux e le sue implicazioni
Fux ha sottolineato che “non c’è colpo di Stato senza che il governo eletto venga effettivamente rovesciato”, evidenziando che la Corte Suprema non ha giurisdizione per giudicare Bolsonaro, ora privo del “foro privilegiato”, un meccanismo che conferisce competenze giudiziarie speciali alle alte cariche dello Stato. Secondo il giudice, tutti gli atti procedurali fino a questo momento sarebbero nulli. Ha quindi illustrato la “totale assenza di prove” a carico dell’ex presidente e lo ha assolto da tutti e cinque i reati contestati dalla Procura generale, che includono tentativo di colpo di Stato, abolizione violenta dello Stato di diritto, associazione a delinquere, danni al patrimonio pubblico e deterioramento di beni vincolati.
Prossimi sviluppi del processo
Il voto di Fux ha portato il conteggio a 2 a 1 a favore della condanna, con un solo voto necessario per confermare la responsabilità di Bolsonaro. La prossima udienza del processo è fissata per domani, 16 gennaio 2025, dove i giudici Carmen Lucia e Cristiano Zanin esprimeranno i loro voti, che si preannunciano decisivi per una possibile condanna definitiva dell’ex presidente. La Prima sezione della Corte Suprema è composta da cinque membri e, secondo le indiscrezioni provenienti dalla stampa brasiliana, entrambi i giudici potrebbero seguire le posizioni di Moraes e Dino.
Situazione attuale di bolsonaro
Attualmente, Bolsonaro si trova agli arresti domiciliari e potrebbe affrontare fino a 43 anni di carcere. Potrà presentare appello solo se due dei cinque giudici voteranno contro la condanna; in caso contrario, con un voto di quattro a uno o cinque a zero, la sentenza diventerà definitiva. In tal caso, la difesa avrà la possibilità di appellarsi esclusivamente alle corti internazionali, a partire dalla Corte interamericana dei diritti umani dell’Organizzazione degli Stati Americani (Osa).