Il 31enne Charlie Kirk, noto attivista di destra e sostenitore di Donald Trump, è deceduto a causa di un colpo d’arma da fuoco che lo ha colpito al collo mentre si trovava in dialogo con gli studenti della Utah Valley University (Uvu). L’incidente è avvenuto il 25 gennaio 2025, generando immediatamente una vasta operazione di ricerca per rintracciare il colpevole. Poco dopo la mezzanotte italiana, l’FBI ha comunicato di aver arrestato il sospetto omicida.
Il tributo di Donald Trump
La notizia della morte di Charlie Kirk ha suscitato forti reazioni nel panorama politico americano. Donald Trump ha espresso il suo cordoglio attraverso un post su Truth, descrivendo Kirk come un “grande e persino leggendario” personaggio, capace di comprendere e rappresentare il cuore della gioventù statunitense. Il presidente ha sottolineato l’affetto e l’ammirazione che molti, incluso lui stesso, nutrivano nei confronti di Kirk, estendendo le sue condoglianze alla moglie Erika e alla famiglia dell’attivista.
Le reazioni politiche
Il governatore dello Utah, Spencer Cox, ha definito l’evento un “assassinio politico”, evidenziando la gravità della situazione e il clima di tensione che permea il dibattito politico negli Stati Uniti. Anche Ignazio La Russa, presidente del Senato italiano, ha commentato l’accaduto, definendolo una “ferita profonda per la democrazia”. La Russa ha sottolineato l’importanza del confronto democratico e del rispetto delle idee altrui, richiamando l’attenzione sulla libertà di opinione, valori che, secondo lui, sono stati messi in pericolo da questo tragico evento.
La morte di Charlie Kirk non solo ha scosso i suoi sostenitori, ma ha anche acceso un dibattito più ampio sul clima politico attuale e sulle conseguenze della polarizzazione. Gli eventi che seguiranno potrebbero avere un impatto significativo su come si svolgeranno le future elezioni e sul modo in cui la società americana affronterà il dialogo politico.