Il Ministero del Commercio della Cina ha risposto con fermezza alle recenti accuse formulate dagli Stati Uniti riguardo alla presunta violazione degli accordi di Ginevra, che avevano stabilito una tregua di 90 giorni nella guerra commerciale avviata dall’ex presidente Donald Trump. Questa dichiarazione è stata rilasciata il 2 giugno 2025, da Pechino, dove il governo cinese ha definito le affermazioni di Washington come “irragionevoli” e “gravemente contrarie ai fatti”.
Le accuse degli Stati Uniti
La polemica è emersa dopo che Donald Trump, in un post sui social media, ha accusato la Cina di aver “totalmente violato” l’accordo commerciale, senza però fornire dettagli specifici a sostegno delle sue affermazioni. Secondo le informazioni disponibili, le lamentele di Washington sarebbero incentrate sulla lentezza della Cina nell’esportare terre rare, risorse strategiche fondamentali per l’industria tecnologica avanzata. Le terre rare sono essenziali per la produzione di numerosi dispositivi elettronici, dalle batterie agli smartphone, e la loro disponibilità è cruciale per le economie moderne.
Il Ministero del Commercio cinese ha sottolineato che le accuse di violazione sono infondate e che la Cina ha rispettato gli impegni presi durante i negoziati. La nota ufficiale ha affermato che la posizione di Pechino è chiara e che le accuse americane non riflettono la realtà dei fatti. La Cina ha sempre sostenuto il dialogo e la cooperazione, ma non tollererà affermazioni che danneggiano la sua reputazione internazionale.
Contesto della guerra commerciale
La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina ha avuto inizio nel 2018, quando l’amministrazione Trump ha introdotto tariffe elevate su una vasta gamma di prodotti cinesi, accusando Pechino di pratiche commerciali sleali e furto di proprietà intellettuale. Da allora, i due paesi hanno avviato una serie di negoziati per cercare di trovare un accordo che potesse risolvere le tensioni commerciali. Gli accordi di Ginevra, che prevedevano una tregua temporanea, erano stati considerati un passo significativo verso la normalizzazione delle relazioni commerciali.
Tuttavia, le tensioni sono riemerse con l’accusa di violazioni da parte degli Stati Uniti, che ritengono che la Cina non stia rispettando gli impegni assunti. La questione delle terre rare è diventata un punto di contesa cruciale, poiché gli Stati Uniti cercano di diversificare le proprie fonti di approvvigionamento e ridurre la dipendenza dalla Cina per queste risorse strategiche.
Le ripercussioni sul mercato globale
Le tensioni tra Stati Uniti e Cina non solo influenzano le relazioni bilaterali, ma hanno anche ripercussioni significative sul mercato globale. Le aziende di tutto il mondo stanno monitorando con attenzione la situazione, poiché le incertezze commerciali possono portare a fluttuazioni nei prezzi e a difficoltà nella catena di approvvigionamento. La guerra commerciale ha già avuto un impatto sulla crescita economica globale, e gli investitori sono preoccupati che un ulteriore deterioramento delle relazioni possa portare a una recessione.
In questo contesto, la Cina sta cercando di rafforzare la propria posizione, promuovendo la cooperazione con altri paesi e cercando di espandere i propri mercati di esportazione. La risposta ferma alle accuse statunitensi fa parte di una strategia più ampia per mantenere la stabilità economica e politica del paese.
La situazione rimane in evoluzione, e gli sviluppi futuri potrebbero influenzare non solo le relazioni tra Stati Uniti e Cina, ma anche l’intero panorama economico globale.