Un’importante decisione è stata presa dall’Alta Corte di Tokyo, che ha annullato una sentenza precedente riguardante gli ex dirigenti della Tokyo Electric Power (Tepco), l’operatore della centrale nucleare di Fukushima. Questo evento si è verificato il 15 gennaio 2025, a seguito della richiesta di risarcimento da parte degli azionisti per i danni causati dalla catastrofe nucleare del marzo 2011.
Decisione del tribunale distrettuale
Nel luglio 2022, un tribunale distrettuale aveva stabilito che i quattro ex dirigenti di Tepco dovessero versare un risarcimento di circa 13.000 miliardi di yen, equivalenti a circa 79 miliardi di euro. Dopo la sentenza, sia gli ex dirigenti che gli azionisti hanno presentato appello, portando alla revisione del caso da parte dell’Alta Corte. La questione centrale riguardava la responsabilità dei dirigenti nella gestione dell’emergenza, in particolare se le misure adottate per prevenire danni da tsunami fossero state adeguate.
Il disastro del marzo 2011
Il disastro del marzo 2011, scaturito da un terremoto di magnitudo 9 che ha colpito il nord-est del Giappone, ha portato a uno dei peggiori incidenti nucleari della storia, con la conseguente diffusione di radiazioni su un’ampia area. Il tribunale distrettuale aveva ritenuto che gli ex dirigenti, tra cui l’ex presidente Tsunehisa Katsumata e l’ex presidente Masataka Shimizu, insieme agli ex vicepresidenti Sakae Muto e Ichiro Takekuro, fossero responsabili per non aver implementato adeguate misure di sicurezza, nonostante le previsioni del 2008 di Tepco avessero già suggerito che onde superiori ai 15 metri potessero colpire l’impianto.
Interrogativi sulla responsabilità legale
La sentenza di annullamento dell’Alta Corte ha sollevato interrogativi sulla responsabilità legale dei dirigenti aziendali in situazioni di crisi e sulla loro capacità di prendere decisioni informate basate sulle valutazioni del rischio. La causa di Katsumata, scomparso nel novembre 2024, è stata continuata dai suoi familiari, evidenziando la complessità legale e le emozioni che circondano questo caso emblematico per il Giappone e per il settore dell’energia nucleare.