Guatemala: si conclude dopo 30 ore l’eruzione del vulcano Fuego

Il vulcano Fuego in Guatemala interrompe l’eruzione dopo oltre 30 ore, riducendo l’attività e permettendo il ritorno delle famiglie evacuate per motivi di sicurezza.

Il vulcano Fuego, situato a 35 chilometri dalla capitale Città del Guatemala e alto 3.763 metri, ha interrotto la sua attività eruttiva dopo oltre 30 ore di eruzioni intense. Questa notizia è stata comunicata oggi dall’Istituto nazionale di sismologia guatemalteco, Insivumeh, che ha dichiarato: “l’attività del vulcano Fuego è diminuita notevolmente” e ha confermato che “è possibile dichiarare conclusa l’eruzione”.

Dettagli sull’eruzione

Durante l’eruzione, che ha avuto inizio mercoledì sera, il vulcano ha emesso colonne di fumo e cenere che hanno raggiunto altezze superiori ai 7.000 metri. L’attività ha generato anche flussi piroclastici, ovvero correnti di materiale ardente, che si sono riversati lungo i pendii del vulcano. Questa situazione ha costretto le autorità a evacuare circa 800 persone dalle aree circostanti per garantire la loro sicurezza.

Misure di emergenza

La Coordinadora Nacional para la Reducción de Desastres ha annunciato che verrà fornito un servizio di trasporto per le famiglie attualmente ospitate nei rifugi, permettendo loro di tornare nelle proprie abitazioni. Le autorità locali stanno monitorando attentamente la situazione per garantire che non ci siano ulteriori rischi per la popolazione.

Il vulcano Fuego e il suo passato

Il Fuego è noto per essere il vulcano più attivo dell’America Centrale. Le sue eruzioni passate hanno avuto conseguenze devastanti. Nel 2018, una valanga di fango e cenere provocata da un’eruzione ha causato la morte di 215 persone, con un numero simile di dispersi. Gli eventi di oggi hanno riacceso l’attenzione sulla necessità di preparazione e risposta rapida in caso di emergenze vulcaniche, considerando la pericolosità di questo fenomeno naturale.

La situazione attuale è sotto controllo, ma le autorità continuano a monitorare il vulcano per prevenire eventuali futuri eventi eruttivi.

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