Le cellule tumorali reagiscono a pressione meccanica come strategia difensiva

La ricerca del Centro per la Regolazione Genomica rivela come le cellule tumorali attivino meccanismi di difesa sotto compressione, aprendo nuove strade per terapie contro il cancro.

Quando le cellule tumorali vengono schiacciate o compresse, attivano una reazione immediata che può essere descritta come una risposta intensa. Questo fenomeno rappresenta un meccanismo di difesa che consente a queste cellule di riparare i danni al DNA e di sopravvivere in ambienti ostili all’interno del corpo umano. Questa scoperta, pubblicata il 2 gennaio 2025 sulla rivista Nature Communications, è frutto di una ricerca condotta dal Centro per la Regolazione Genomica (CRG) di Barcellona.

Meccanismo di difesa e lotta contro il cancro

La ricerca ha messo in evidenza come questo meccanismo possa essere sfruttato nella lotta contro il cancro. Infatti, potrebbe rivelarsi utile per individuare le cellule maligne prima che si diffondano nel corpo e potrebbe portare allo sviluppo di nuove terapie basate su stress meccanici, un ambito di studio ancora poco esplorato.

Osservazioni innovative con tecnologia avanzata

I ricercatori, guidati da Verena Ruprecht e dall’italiana Sara Sdelci, hanno utilizzato un microscopio speciale capace di comprimere le cellule viventi fino a un trentesimo del diametro di un capello umano. Grazie a questa tecnologia, hanno osservato che, entro tre secondi dall’applicazione della compressione, i mitocondri, considerati le centrali energetiche delle cellule, si radunano attorno al nucleo, pompando una quantità extra di energia necessaria per i processi di riparazione del DNA.

Riflessioni sul ruolo dei mitocondri

Sara Sdelci ha affermato: “Questa scoperta ci costringe a ripensare il ruolo dei mitocondri nel corpo umano. Non sono semplici batterie statiche, ma piuttosto soccorritori agili che possono essere attivati in situazioni di emergenza”. Sebbene lo studio si sia concentrato sulle cellule tumorali, gli autori suggeriscono che questo fenomeno potrebbe essere universale e riguardare tutte le tipologie di cellule. Sdelci ha commentato: “Ovunque le cellule siano sotto pressione, un aumento dell’energia nucleare potrebbe salvaguardare l’integrità del genoma. Si tratta di una nuova forma di regolazione che segna un cambiamento fondamentale nella nostra comprensione di come le cellule riescano a sopravvivere a periodi di intenso stress fisico”.

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