Donald Trump ha lanciato un ultimatum a Hamas, esigendo la liberazione immediata di tutti gli ostaggi o ci saranno gravi conseguenze. Il presidente americano ha comunicato il suo avvertimento attraverso il suo profilo su Truth, affermando che “tutti desiderano che gli ostaggi ritornino a casa” e che “tutti vogliono che questa guerra giunga al termine”. Trump ha sottolineato che gli israeliani hanno accettato le sue condizioni e ha esortato Hamas a fare altrettanto. “Ho avvertito Hamas delle conseguenze se rifiuteranno. Questo è il mio ultimo avvertimento, non ci sarà un’altra possibilità!”, ha minacciato il presidente.
Posizione di Hamas
Hamas, dal canto suo, ha dichiarato di essere disposta a “sedersi immediatamente al tavolo delle trattative”.
Proposta di Trump
Secondo una fonte vicina a Hamas, riportata da Ynet, l’organizzazione non ha respinto la proposta di Trump, che prevede il rilascio di tutti i 48 ostaggi il primo giorno di un eventuale accordo, in cambio della liberazione di migliaia di detenuti palestinesi, inclusi centinaia di terroristi già condannati. La fonte ha aggiunto che “Hamas sente la necessità di chiarire alcuni dettagli, in particolare il rapporto tra il numero degli ostaggi liberati e la quantità di prigionieri che Israele sarebbe disposto a rilasciare”.
Offensiva dell’IDF
Benyamin Netanyahu, durante una riunione con il suo governo, ha rivendicato con orgoglio la nuova offensiva dell’IDF contro le strutture di Gaza City. Il premier israeliano ha affermato che per tre giorni consecutivi sono stati colpiti gli edifici più alti della città, considerati da Israele “punti di osservazione” utilizzati da Hamas per monitorare le truppe israeliane.
Situazione a Gaza City
Recentemente, la torre Al-Ruya è stata distrutta, diventando la terza struttura rasi al suolo in 72 ore. Netanyahu ha dichiarato che le operazioni militari stanno intensificandosi, mentre i bombardamenti non hanno risparmiato neppure una tenda, alcune abitazioni e una scuola-rifugio, causando almeno 21 vittime. Accanto a questa violenza, la crisi alimentare ha aggravato la situazione, portando a ulteriori 5 morti, tra cui 3 bambini, per un totale di 387 vittime causate dalla carestia dall’inizio del conflitto. Prima di colpire la torre Al-Ruya, l’IDF aveva esortato la popolazione a spostarsi in “zone umanitarie” a Al Mawasi e Khan Yunis, nel sud della Striscia. Netanyahu ha affermato che “circa 100 mila persone hanno già lasciato Gaza City“, ma ha accusato Hamas di impedire questa fuga per utilizzarle come scudi umani. Hamas, dal canto suo, ha descritto i bombardamenti contro le torri come “crimini di guerra”, colpendo edifici “utilizzati dai civili”. La protezione civile della Striscia ha riportato che almeno 50 edifici di Gaza City sono stati distrutti e altri 100 danneggiati. Immagini e testimonianze sui social mostrano il panico tra i residenti rimasti a Gaza City, nonostante l’avanzata delle truppe israeliane.
Nuove proposte di accordo
La ricerca di una soluzione diplomatica al conflitto appare complessa: secondo Channel 12, Trump avrebbe presentato a Hamas una nuova proposta per un accordo globale, che prevede il rilascio di tutti gli ostaggi (sia vivi che deceduti) il primo giorno dell’accordo, in cambio della liberazione di migliaia di detenuti palestinesi e della cessazione dell’operazione israeliana per la conquista della città di Gaza. Trump gestirà direttamente i negoziati, e le ostilità non riprenderebbero fino alla conclusione dei colloqui. Hamas, stando a Channel 12, non ha ancora risposto alla proposta, mentre Israele sarebbe disposto ad accettarla.
Attività militari e reazioni internazionali
Nonostante le indiscrezioni alimentino un dibattito senza risultati concreti, la guerra continua a imperversare, colpendo anche Israele. In un evento raro negli ultimi mesi, un drone Houthi ha superato le difese dell’IDF, colpendo un terminal dell’aeroporto di Eilat-Ramon e causando un ferito lieve e la chiusura temporanea dello spazio aereo. In precedenza, l’esercito israeliano aveva abbattuto altri tre droni lanciati dallo Yemen. Inoltre, due razzi lanciati dalla Striscia di Gaza verso le comunità israeliane nel sud non hanno avuto conseguenze: uno è stato intercettato e l’altro è caduto in un’area disabitata. Con la pace ancora lontana, cresce la condanna internazionale per l’offensiva israeliana a Gaza e le manifestazioni di solidarietà per il popolo palestinese.
Proteste nel Regno Unito
Nel Regno Unito, le forze dell’ordine hanno affrontato un’ondata di polemiche per la repressione della protesta svoltasi sabato a Londra a sostegno di Palestine Action, un gruppo etichettato dal governo come “organizzazione terroristica” e bandito nel Paese. La polizia ha comunicato di aver arrestato 890 persone durante il sit-in, portando a oltre 1.500 il numero totale di dimostranti fermati a Londra in poche settimane per aver espresso solidarietà a Palestine Action, suscitando accuse di repressione senza precedenti per gli standard britannici. Nel frattempo, si attende la partenza da Tunisi della Global Sumud Flotilla, rinviata al 10 settembre per motivi tecnici e logistici. Al porto turistico di Sidi Bou Said, centinaia di sostenitori hanno accolto le navi pronte a salpare verso Gaza, sventolando bandiere palestinesi e intonando canti e slogan pro-Palestina.