Il presidente dell’organizzazione Defensorxs, Miguel Alfonso Meza, si trova al centro di una controversia legata a presunti attacchi di violenza politica di genere. La giudice eletta Silvia Delgado ha sporto denuncia nei suoi confronti, ma Meza ha contestato la validità di tali accuse, sottolineando che Delgado è conosciuta per essere stata l’avvocato di Joaquín “El Chapo” Guzmán.
Inchiesta dell’istituto statale elettorale
L’Istituto statale elettorale di Chihuahua ha avviato un’inchiesta di ben 848 pagine contro Meza, richiedendo la consegna dei suoi dati personali a Meta, TikTok, al Servizio di Amministrazione Tributaria (Sat) e alla compagnia telefonica con cui collabora. Mentre la maggior parte di queste entità ha rifiutato di fornire tali informazioni, Meta ha ceduto dettagli come il numero di cellulare e l’indirizzo email di Meza. Questi dati sono stati successivamente condivisi dall’Iee con privati, inclusa la giudice Delgado, come riportato dal quotidiano messicano El Universal.
Reazioni di Meza e implicazioni legali
Meza ha dichiarato di non essere stato informato personalmente riguardo alla denuncia e ha chiarito che le sue pubblicazioni non avevano l’intento di screditare la giudice per il suo genere, bensì di mettere in luce i legami di Delgado con la famiglia Guzmán Loera, considerati potenzialmente pericolosi per l’integrità dell’amministrazione della giustizia. Infatti, Delgado ha difeso “El Chapo” in vari procedimenti e ha partecipato a un documentario sui legali dei cartelli, affermando con orgoglio il suo ruolo di difensore di Guzmán.
Libertà di espressione e giustizia
Secondo Meza, l’indagine avviata contro di lui rappresenta una violazione della libertà di espressione, della privacy e della sicurezza dei cittadini. Inoltre, ha evidenziato un apparente doppio standard rispetto ad altre campagne giudiziarie che non sono state oggetto di indagine. La situazione si presenta complessa e solleva interrogativi su come la giustizia venga amministrata in contesti così delicati.