Referendum in partenza tra le controversie legate all’appello al voto

Il silenzio elettorale violato da entrambi gli schieramenti politici in vista dei referendum del 7 giugno 2025, con polemiche e appelli al voto.

Il silenzio elettorale, imposto dalla normativa il giorno antecedente le elezioni, non riesce a contenere le violazioni da parte di entrambi gli schieramenti politici. Il 7 giugno 2025, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha annunciato la propria decisione di astenersi dal voto sui cinque referendum, mentre i leader del centrosinistra, durante un evento a favore della Palestina in Piazza San Giovanni, hanno esortato i cittadini a recarsi alle urne.

Il ruolo degli elettori

La parola ora spetta ai 51.303.216 elettori, di cui 5.302.299 residenti all’estero, i quali dovranno decidere il loro futuro. A sollevare il dibattito è stata Elena Meini, capogruppo della Lega in Consiglio regionale della Toscana, che ha criticato un presunto invito al voto trasmesso durante il notiziario meteo sul canale YouTube del Lamma, un consorzio pubblico della Regione Toscana, definendolo un possibile “abuso”.

Le dichiarazioni del ministro

Pochi minuti dopo, il ministro Nordio ha confermato la sua posizione: “Non andrò a votare. È un diritto costituzionale che non indica disinteresse verso l’istituzione, ma piuttosto un’intenzione politica chiara di non modificare queste leggi”, ha dichiarato durante un’iniziativa a Venezia. A Roma, intanto, Pierluigi Bersani, partecipando a un corteo pro Gaza, ha indossato un cappellino rosso con la scritta “Referendum, io voto Sì”. La sua immagine è stata ampiamente condivisa nei media e sui social, suscitando l’indignazione di Nicola Procaccini (FdI), che ha definito l’atteggiamento di Bersani “una schifezza morale e legale”. In risposta, Bersani ha affermato: “Sono un semplice cittadino, c’era il sole, mi hanno dato un cappellino e l’ho indossato. Se Procaccini mi avesse offerto un Borsalino, l’avrei indossato”.

Le violazioni del silenzio elettorale

Anche Goffredo Bettini ha incoraggiato tutti a votare attraverso i social. Tuttavia, i leader del centrosinistra hanno violato formalmente il silenzio elettorale, scatenando le critiche del centrodestra. Elly Schlein, Giuseppe Conte, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, al termine dei loro interventi in Piazza San Giovanni, hanno lanciato un coro: “Ci eravamo dimenticati… Andiamo tutti a votare 8 e 9 giugno!”.

Le reazioni della destra

Lucio Malan, capogruppo di FdI in Senato, ha affermato: “Come avevamo ampiamente sospettato, la manifestazione della sinistra su Gaza era uno strumento per fare campagna sui referendum nel giorno di pausa e riflessione prima del voto”. Galeazzo Bignami, suo collega alla Camera, ha definito “vergognoso usare la tragedia di Gaza per fare un appello al voto”. Anche Maurizio Gasparri, capogruppo di FI in Senato, ha parlato di “vergognosa violazione” e ha aggiunto: “Questo appello illegale li qualifica come autentici bari”.

Le critiche nel mondo cattolico

Una polemica simile è emersa nel mondo cattolico. La rivista di Pax Christi, Mosaico di Pace, ha criticato la Conferenza Episcopale Italiana (Cei), affermando che “il tema del voto referendario, con i quesiti relativi, è stato pressoché ignorato dagli ambienti ecclesiastici. Il messaggio che sembra emergere è che alla Chiesa non interessano le condizioni e i diritti dei lavoratori, quasi che questi non fossero temi eticamente sensibili”.

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