Un fragore di silenzio circonda la scena politica italiana. Mentre il vicepremier Matteo Salvini continua ad attaccare Emmanuel Macron, definendolo “troppo permaloso” e suggerendo che sia lui a recarsi in Ucraina, il partito di Giorgia Meloni rimane in silenzio. Questo scenario si è sviluppato nei primi giorni di settembre 2025, in un contesto di tensioni diplomatiche tra Italia e Francia.
Silenzio e tensioni diplomatiche
I telefoni dei membri del governo suonano a vuoto, poiché l’ordine è di non alimentare ulteriormente la polemica. Fonti interne suggeriscono che la presidente del Consiglio, attualmente in vacanza in Valle d’Itria, possa essere infastidita dalle esternazioni del suo alleato. La questione è particolarmente delicata, considerando che la politica estera è di competenza di Palazzo Chigi e della Farnesina. Forza Italia, partito di centrodestra, non perde occasione di sottolineare questo aspetto, ricordando che i rapporti tra Italia e Francia sono stati recentemente ricuciti, grazie anche all’intervento del Presidente della Repubblica.
Dichiarazioni e reazioni
La tensione è aumentata anche a causa delle dichiarazioni di alcuni esponenti del governo francese, che in passato avevano criticato l’operato dell’Italia senza suscitare reazioni simili. Durante un incontro tra il governo francese e Emanuela D’Alessandro, ex consigliera diplomatica di Sergio Mattarella, sono stati ribaditi i rapporti “costanti e cordiali” tra la premier italiana e il presidente francese, così come tra il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il suo omologo Jean-Noël Barrot. I due ministri hanno avuto una lunga conversazione telefonica per coordinare le posizioni in vista del G7, riguardo a Ucraina e Medio Oriente.
Posizioni della Lega
Tuttavia, la Lega non sembra intenzionata a far cadere la questione. Massimiliano Romeo, presidente dei senatori leghisti, ha affermato che se Macron smentisse l’intenzione di inviare soldati europei in Ucraina, il problema sarebbe risolto. Il capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari, ha ribadito la posizione contraria della Lega a qualsiasi escalation militare, che potrebbe derivare dall’invio di truppe.
Indignazione delle opposizioni
Le opposizioni hanno manifestato indignazione per le dichiarazioni di Salvini, accusandolo di “discreditare l’Italia“. Anche al Meeting di Rimini, Maurizio Lupi ha cercato di smorzare i toni, criticando le affermazioni di Salvini ma sottolineando che il “no alle truppe” è la posizione ufficiale del governo. Il ministro Matteo Piantedosi ha cercato di difendere il vicepremier, affermando che le sue espressioni, sebbene forti, sono legittime in un contesto democratico.
Reazioni di Salvini
Salvini, tuttavia, non sembra disposto a indietreggiare. Durante un evento a Pinzolo, in Trentino, ha ripetuto le sue affermazioni e ha continuato a scherzare sulla questione, suggerendo di poter chiedere asilo politico in Francia. Ha anche criticato Macron, affermando che è sgradito all’80% della popolazione francese e auspicando un cambiamento politico in Francia.
Risposta del Partito Democratico
La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha risposto alle affermazioni di Salvini, sostenendo che queste mettono in difficoltà il governo e imbarazzano l’Italia. Ha invitato il vicepremier a concentrarsi su questioni interne, come i ritardi nei trasporti. La Lega ha respinto le accuse, definendo il PD “anti-italiano” e “guerrafondaio”.
Disponibilità al dialogo
In serata, Salvini ha tentato di ridimensionare la situazione, affermando di essere disponibile a dialogare con Macron anche a tarda ora. Ha ribadito la sua posizione contraria all’invio di soldati italiani o francesi in conflitto, sottolineando che la politica prevede il dissenso. Ha concluso affermando che, se Macron chiarisse di non voler inviare un esercito europeo, il problema sarebbe risolto, evidenziando l’importanza del presidente francese rispetto al suo ruolo di ministro.