La presidente del Messico, Claudia Sheinbaum, ha recentemente dichiarato che il suo governo non dispone di prove riguardanti presunti legami tra Nicolás Maduro e il cartello di Sinaloa. Questa affermazione giunge in un contesto in cui gli Stati Uniti hanno aumentato a 50 milioni di dollari la ricompensa per “informazioni che conducano all’arresto” del presidente venezuelano. La notizia è stata riportata dai principali media messicani il 15 aprile 2025.
Dichiarazioni di Sheinbaum
Durante una conferenza stampa tenutasi oggi, Sheinbaum ha affermato: “Come diciamo sempre: se hanno qualche prova, la mostrino. Non abbiamo alcuna prova correlata a questo.” La presidente ha chiarito che non esiste alcuna indagine in Messico che possa confermare le accuse mosse dagli Stati Uniti nei confronti del leader venezuelano. “È la prima volta che lo sentiamo e non c’è in Messico nessuna indagine che abbia a che fare con questo,” ha aggiunto.
Contesto del dibattito
Le dichiarazioni di Sheinbaum si inseriscono in un dibattito più ampio, in cui il procuratore generale statunitense, Pam Bondi, ha descritto Maduro come “uno dei più grandi narcotrafficanti del mondo” e ha sottolineato che rappresenta una minaccia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Bondi ha accusato il presidente venezuelano di collaborare con organizzazioni come il Tren de Aragua e il Cartello di Sinaloa, sostenendo che queste associazioni siano utilizzate per introdurre droghe letali e violenza negli Stati Uniti.
Tensioni tra Messico e Stati Uniti
Questa situazione evidenzia le tensioni tra Messico e Stati Uniti, nonché le complesse dinamiche del narcotraffico in America Latina. Le affermazioni di Bondi e le risposte di Sheinbaum mettono in luce la necessità di prove concrete per sostenere accuse così gravi, mentre il Messico cerca di mantenere la propria posizione in una questione internazionale delicata.