Steve Witkoff e Jared Kushner sono giunti a Sharm El Sheikh, in Egitto, per prendere parte ai negoziati indiretti tra Israele e Hamas, finalizzati a stabilire un accordo di cessate il fuoco a Gaza. Secondo quanto riportato da fonti egiziane e americane, Witkoff, inviato speciale, e Kushner, genero e consigliere dell’ex presidente Donald Trump, sono stati protagonisti del piano in 20 punti presentato da Washington, il quale prevede, tra le altre misure, un ritiro graduale delle forze israeliane dalla Striscia e il rilascio di tutti gli ostaggi detenuti da Hamas entro 72 ore dall’inizio della tregua.
Il contesto storico dei negoziati
Il negoziato a Sharm El Sheikh ha assunto particolare rilevanza poiché si svolge nel secondo anniversario del massacro avvenuto il 7 ottobre, un evento che ha segnato profondamente la memoria collettiva israeliana. Le prime informazioni fornite dai mediatori, accolte positivamente dalla fazione palestinese, hanno suggerito un “clima positivo” nei colloqui con Israele, il che potrebbe portare alla firma di un accordo entro il fine settimana. Ciò aprirebbe la strada al ritorno degli ostaggi già all’inizio della prossima settimana.
Coinvolgimento di negoziatori di alto livello
Dopo i primi due incontri tecnici, l’attenzione si concentra ora sull’imminente coinvolgimento di negoziatori di alto livello, tra cui Witkoff, il primo ministro del Qatar e Ron Dermer, capo negoziatore israeliano. Donald Trump ha dichiarato che “Hamas ha accettato condizioni significative” e ha sottolineato l’atteggiamento positivo di Netanyahu. Un portavoce del ministero degli Esteri del Qatar ha confermato che “tutte le parti sono favorevoli a un accordo“.
Progressi e cautela nelle trattative
Dall’ufficio del primo ministro israeliano giungono notizie di “progressi”, sebbene si mantenga un certo grado di “cautela”, poiché la controparte potrebbe presentare ulteriori ostacoli. Hamas ha mostrato disponibilità a “consegnare le armi a un comitato egiziano-palestinese“, mentre ha respinto l’idea di un “comitato di transizione internazionale” guidato dall’ex premier britannico Tony Blair, figura controversa in molti Paesi arabi.
Gestione futura di Gaza
Per quanto riguarda la gestione futura di Gaza, Hamas prevede di “negoziare con l’Autorità Nazionale Palestinese“, in un dialogo parallelo a quello con Israele. La fazione insiste anche sulla necessità di un accordo finale “garantito da Trump e dagli altri sponsor” arabi.
Richieste di cessate il fuoco e scambio di prigionieri
In merito allo scambio di prigionieri, Hamas richiede un cessate il fuoco “per recuperare” i rapiti, promettendo che la loro liberazione avverrebbe entro una settimana. Tuttavia, non è chiaro se la fazione rinuncerà alla richiesta di liberare detenuti di spicco, considerata inaccettabile da Israele.
Ritiro delle forze israeliane dalla Striscia
Per quanto riguarda il ritiro delle forze israeliane dalla Striscia, fonti egiziane hanno riferito che dovrà essere “completo” al momento del rilascio degli ostaggi, mentre Israele prevede un ritiro graduale, mantenendo una presenza militare in alcune zone cuscinetto.
Discussioni future a Sharm El Sheikh
Domani, a Sharm El Sheikh, si svolgeranno ulteriori discussioni con i mediatori egiziani e qatarini, guidati dal primo ministro Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim al-Thani, e una delegazione turca guidata dal capo dei servizi segreti Ibrahim Kalin, insieme a Witkoff e Kushner.
Possibilità di pace e preparativi per il rilascio
Donald Trump, durante un incontro con il premier canadese Mark Carney a Washington, ha ribadito l’esistenza di una “reale possibilità di pace“, promettendo che, una volta raggiunto un accordo, gli Stati Uniti faranno il possibile affinché venga rispettato.
Segnali incoraggianti da Israele
Nella serata, giungono segnali incoraggianti da Israele: una fonte coinvolta nelle trattative ha rivelato a Channel 12 che le autorità si stanno preparando al rilascio degli ostaggi all’inizio della prossima settimana. Si prevede che Witkoff e Kushner non rimarranno a Sharm per più di due o tre giorni, con la possibilità che un accordo venga firmato entro il fine settimana, a meno di imprevisti.
Richieste di Israele per il rilascio degli ostaggi
Secondo la fonte, Israele richiederà di ricevere tutti gli ostaggi vivi entro un giorno e successivamente anche i corpi dei deceduti. Se le parti non dovessero raggiungere un accordo, gli Stati Uniti potrebbero proporre un compromesso finale con un approccio “prendere o lasciare”.