José Daniel Ferrer, noto dissidente cubano e leader dell’Unione Patriottica di Cuba (Unpacu), ha preso la difficile decisione di accettare l’esilio per salvaguardare la propria famiglia. Tuttavia, Ferrer rifiuta di sottostare a qualsiasi condizione imposta dal regime cubano. La notizia è stata riportata da sua sorella, Ana Belkis Ferrer, che ha sottolineato come l’uscita del fratello dall’isola non sia ancora garantita, poiché “la dittatura sta cercando di ottenere benefici”.
Condizioni di detenzione di ferrer
Ferrer, attualmente detenuto in carcere, risulta “molto dimagrito” e continua a subire minacce e umiliazioni quotidiane. Ana Belkis ha rivelato che il fratello è costretto a rimanere al sole in condizioni estreme, mentre i detenuti comuni lo derubano delle poche cose che possiede e lo provocano incessantemente. Queste informazioni sono state diffuse attraverso il portale Infobae.
Lettera di ferrer in carcere
In una lettera di cinque pagine scritta mentre era in carcere, Ferrer ha espresso chiaramente il suo rifiuto di essere considerato una “moneta di scambio” in eventuali negoziati tra L’Avana e Washington. Ha dichiarato: “Se la mia vita e quella della mia famiglia dipendono dal chiedere concessioni, preferisco la morte in questo campo di concentramento al sacrificio dell’onore”. Nella lettera, Ferrer ha definito il regime cubano come “la peggiore dittatura del continente americano”.
Denunce di torture e persecuzioni
Il dissidente ha denunciato anni di torture, percosse e persecuzioni subite da lui e dai suoi familiari. La decisione di lasciare Cuba era stata presa in seguito all’ultimo assalto alla sua abitazione, avvenuto ad aprile, ma Ferrer ha affermato che questa scelta è stata dettata esclusivamente dalla necessità di proteggere la sicurezza di sua moglie e dei suoi figli.
Critiche al governo cubano
Ferrer ha anche criticato la “debolezza del mondo libero” nei confronti del governo di Miguel Díaz-Canel, riconoscendo che l’unica fermezza proviene dagli Stati Uniti. Concludendo la sua lettera, ha affermato: “Sono pronto a morire, ma non a vivere senza onore e dignità”.