I Carabinieri hanno effettuato un fermo al Lido di Venezia il 15 settembre 2025, poco prima dell’arrivo all’Excelsior, di una lancia che trasportava Laika e Anna Foglietta, le quali presentavano la loro nuova opera dal titolo “We Are Coming“, realizzata per sostenere la Global Sumud Flotilla. Durante l’evento, uno dei giovani a bordo ha esposto una bandiera palestinese. Le forze dell’ordine hanno fatto scendere tutti i presenti dalla barca, sequestrando sia l’opera d’arte che la bandiera. Laika ha dichiarato: “O si sta dalla parte degli oppressi, o si è complici. Anche il silenzio è complicità”. L’artista, che ha recentemente dipinto sulle navi della Flotilla diretta verso Gaza, ha creato un’opera che rappresenta una donna palestinese che, con il dito puntato, indica la rotta, mentre dietro di lei si sviluppa una scia nei colori della bandiera palestinese. Anna Foglietta ha commentato che “l’arte oggi è un’azione pacifica e non violenta di sostegno alla Flotilla“. Nel frattempo, i Centri Sociali del Nord Est hanno avvertito che, se la Flotilla diretta a Gaza verrà bloccata, porranno un fermo al porto di Venezia.
Fermato il supporto per la Palestina, scoppia la polemica
Il fermo dei Carabinieri è stato definito “assurdo” e “inconcepibile“, suscitando reazioni da parte delle opposizioni politiche che chiedono chiarimenti al Viminale. L’episodio, avvenuto il 15 settembre 2025 al Lido di Venezia, ha visto Laika e Anna Foglietta protagoniste di un evento a sostegno della Global Sumud Flotilla, dove l’attrice sventolava una bandiera palestinese e alcuni attivisti mostravano un cartellone con l’opera che rappresenta una donna che indica la rotta, con colori che richiamano la bandiera palestinese. Le forze dell’ordine hanno disposto il fermo, portando a bordo della lancia la confisca sia dell’opera che della bandiera. Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi e Sinistra ha espresso il suo disappunto sui social, affermando che è inaccettabile identificare un’attrice come Anna Foglietta e un’artista come Laika per aver sventolato la bandiera palestinese, definendo la situazione come un pessimo segnale e richiedendo un chiarimento immediato da parte del Viminale.
Anche Matteo Orfini e Michela Di Biase del Partito Democratico hanno chiesto spiegazioni al governo, definendo l’accaduto come “grave e inaccettabile“, con toni intimidatori. Giovanni Barbera del Partito della Rifondazione Comunista ha chiesto al governo di chiarire quale reato sia stato commesso. Angelo Bonelli ha commentato che quanto accaduto a Venezia è semplicemente assurdo, dichiarando il suo sostegno per Laika, Anna Foglietta e per tutti coloro che scelgono di non rimanere in silenzio di fronte a ingiustizie così grandi, ribadendo che “la libertà non si sequestra, la solidarietà non si ferma”.