Le famiglie degli ostaggi israeliani attualmente detenuti da Hamas hanno rivolto un appello disperato al presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, in vista di un incontro previsto con il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu. Questo incontro, atteso per il 15 gennaio 2025, si concentra su un piano volto a porre fine al conflitto in corso a Gaza.
Lettera alle autorità
Nella lettera indirizzata a Trump, le famiglie esprimono la loro angoscia, affermando: “Signor Presidente, abbiamo bisogno di lei. 48 dei nostri cari – i nostri padri, fratelli, figli – hanno bisogno di lei”. L’appello evidenzia l’importanza del piano del presidente, definito “rivoluzionario”, per garantire il rilascio di tutti gli ostaggi e fermare la guerra a Gaza.
Posta in gioco
Le famiglie sottolineano la “straordinaria posta in gioco” dell’incontro di lunedì alla Casa Bianca, evidenziando che, durante una comunicazione avvenuta venerdì, Trump ha menzionato la possibilità di un accordo per porre fine al conflitto. “Preghiamo che l’accordo si concretizzi e che questa dura prova giunga presto al termine”, si legge nella lettera.
Contrasto tra obiettivi
Il documento evidenzia anche un contrasto tra il duplice obiettivo di porre fine alla guerra e il desiderio di riportare a casa tutti i 48 ostaggi, rispetto all’operazione militare che Israele sta attualmente conducendo. Le famiglie esprimono gratitudine per la determinazione di Trump nel mantenere le sue convinzioni nonostante la situazione complessa: “Voi, e solo voi, avete la forza di portare a termine questo accordo, e siamo molto grati di avervi al nostro fianco”.
Urgenza della situazione
La lettera rappresenta un chiaro segnale dell’urgenza e della tensione che circondano la questione degli ostaggi e il conflitto in corso, mentre le famiglie attendono con ansia sviluppi positivi dall’incontro tra il presidente americano e il premier israeliano.