L’accordo raggiunto a Tokyo nei giorni scorsi segna un momento cruciale per la politica giapponese, già anticipato dall’elezione di Sanae Takaichi a presidente del Partito Liberal-Democratico (LDP). Questo sviluppo potrebbe portare a un cambiamento significativo nella leadership del governo giapponese.
Colloqui decisivi tra i partiti
Lo scorso venerdì, durante colloqui decisivi, Takaichi ha incontrato Fumitake Fujita, co-leader del partito di opposizione Nippon Ishin (Partito dell’Innovazione Giapponese). Le due parti hanno convenuto di formare un’alleanza, un passo che ha spinto Ishin a ritirarsi dai negoziati per cercare un’alternativa con le principali forze di opposizione. Con la sessione straordinaria della Dieta fissata per il 21 ottobre, l’elezione di Takaichi come prima donna premier del Giappone sembra ormai inevitabile. Secondo gli analisti, questa mossa rappresenta un cambiamento di rotta nella politica multipartitica del Giappone, soprattutto dopo l’uscita della forza centrista Komeito, di ispirazione buddista, dalla sua alleanza ventennale con il partito conservatore.
Impegni dell’LDP e richieste di alleati
Funzionari dell’LDP hanno garantito che il partito si impegnerà a realizzare le proposte di Ishin, tra cui la riduzione dell’aliquota dell’imposta sul consumo sui generi alimentari, attualmente fissata al 10%, e l’abolizione delle donazioni da parte di aziende e organizzazioni ai politici. Takaichi ha anche accettato la richiesta del nuovo alleato di ridurre il numero di seggi in Parlamento, considerata una “condizione non negoziabile”.
Controllo della Camera bassa e alleanze strategiche
La nuova coalizione avrà il controllo di 231 seggi alla Camera bassa, composta da 465 parlamentari, un numero che si avvicina al quorum di maggioranza necessario. Per garantirsi una vittoria al primo scrutinio, l’LDP sta già lavorando per tessere alleanze con partiti minori. Tra questi, Takaichi ha incontrato nei giorni scorsi Sohei Kamiya, leader di Sanseito, un partito di estrema destra noto per le sue posizioni anti-sistema e ostili all’immigrazione. Con i tre seggi di Sanseito alla Camera bassa e i 15 al Senato, la coalizione avrebbe così la possibilità di conquistare la maggioranza in entrambe le Camere.