I capelli bianchi, secondo un recente studio condotto dai ricercatori dell’Università di Tokyo, possono rappresentare un meccanismo di difesa contro il cancro. La ricerca, pubblicata il 15 gennaio 2025 sulla rivista Nature Cell Biology, ha rivelato che l’ingrigimento dei capelli è il risultato del differenziamento delle cellule staminali del bulbo pilifero, che, in seguito a un grave danno al DNA, scelgono di non proliferare per evitare lo sviluppo del melanoma.
Il team di ricerca e l’analisi delle staminali
Il team di ricerca, guidato dai dottori Emi Nishimura e Yasuaki Mohri, ha esaminato le staminali situate nel bulbo pilifero, responsabili della produzione dei melanociti, le cellule che conferiscono colore a pelle e capelli. Attraverso l’analisi dell’espressione genica, gli scienziati hanno scoperto che quando si verifica una rottura del doppio filamento del DNA, queste staminali subiscono un processo di differenziazione irreversibile, portando alla perdita delle cellule e all’eventuale ingrigimento dei capelli.
Meccanismi e molecole segnale
Il meccanismo alla base di questo processo è attivato dalle molecole segnale p53 e p21. In situazioni in cui le staminali sono esposte a fattori cancerogeni, come i raggi ultravioletti B, mantengono invece la loro capacità di autorinnovamento e proliferano, guidate da un’altra molecola segnale nota come ‘Kit’. Questa molecola, prodotta dall’epidermide, spinge le staminali verso un destino tumorale.
Importanza dei risultati e nuove prospettive
Nishimura sottolinea l’importanza di questi risultati, evidenziando come la stessa popolazione di cellule staminali possa intraprendere percorsi opposti in base alla tipologia di stress e ai segnali ricevuti dall’ambiente circostante. Questo approccio innovativo ridefinisce la comprensione dell’ingrigimento dei capelli e del melanoma, collegando questi due fenomeni come esiti divergenti delle risposte cellulari allo stress, piuttosto che come eventi isolati e non correlati.