Lyle ed Erik Menendez hanno vissuto un momento di intensa emozione all’esterno del tribunale di Van Nuys, a Los Angeles, il 15 febbraio 2025. Secondo quanto riportato dal loro avvocato, Cliff Gardner, i due fratelli hanno reagito con lacrime e sorrisi alla notizia della revisione della loro sentenza. Dopo un’udienza durata circa otto ore, il giudice Michael Jesic ha deciso che i Menendez meritano una riduzione della pena, passando dall’ergastolo senza possibilità di sconto a 50 anni di carcere con accesso alla libertà vigilata.
Decisione del giudice
La decisione del giudice si basa su una legge californiana del 2018, che offre protezione a chi commette reati gravi prima dei 26 anni. Quando i due giovani, all’epoca rispettivamente di 21 e 18 anni, uccisero i genitori nell’estate del 1989, il caso suscitò un enorme scalpore mediatico. Recentemente, l’attenzione è tornata a concentrarsi sulla vicenda grazie a un documentario di Peacock e a una serie Netflix del 2024. Jesic ha affermato: “Non spetta a me decidere se debbano uscire oggi, ma credo che meritino una possibilità”.
Richiesta di libertà vigilata
Attualmente, i due uomini possono presentarsi davanti a un giudice per richiedere la libertà vigilata, dopo aver trascorso 35 anni in carcere. Potrebbero così vedere finalmente le porte del carcere di San Diego, dove sono detenuti e da cui hanno partecipato all’udienza tramite collegamento video.
Testimonianze a favore dei Menendez
Durante la giornata, vari testimoni, tra cui familiari e amici, hanno sostenuto che i Menendez siano completamente riabilitati e non rappresentino un rischio per la società. Anerae Brown, un ex compagno di prigione, ha raccontato con emozione che “senza Lyle ed Erik forse sarei ancora lì a fare cose stupide”. Ha aggiunto che è grazie a loro se ha ritrovato la speranza, avendo ora una famiglia e un lavoro.
Opinioni della famiglia
Anamaria Baralt, una delle cugine dei Menendez, ha dichiarato: “Da entrambe le parti della famiglia crediamo che 35 anni siano abbastanza. Li abbiamo perdonati”. La battaglia legale per la revisione della sentenza è stata lunga e complessa, con i familiari e i legali che hanno sostenuto che l’omicidio avvenne a seguito di anni di abusi sessuali inflitti dal padre José e della complicità della madre Kitty. La sentenza del 1996, però, non considerò questi aspetti, focalizzandosi invece sull’idea che i due giovani cercassero di accedere alla fortuna del padre, dirigente dell’etichetta musicale RCA.
Opposizione della procura
Nonostante la nuova sentenza, la procura di Los Angeles, rappresentata dal procuratore Nathan Hochman, continua a opporsi alla riduzione della pena, sostenendo che i Menendez non hanno mai assunto pienamente la responsabilità per l’omicidio.