Decine di migliaia di manifestanti hanno preso parte a un grande sciopero generale nazionale a Tel Aviv, iniziato alle 6.30 del mattino (5.30 in Italia) del 15 gennaio 2025. La mobilitazione è stata indetta dal Forum delle famiglie degli ostaggi, con l’obiettivo di chiedere la fine del conflitto a Gaza e il ritorno degli ostaggi ancora detenuti da Hamas. Le notizie diffuse dai media israeliani mostrano scene di blocchi stradali sulle autostrade e nelle principali vie d’accesso della città. Il Forum si aspetta una partecipazione di circa un milione di persone nella Piazza degli Ostaggi a Tel Aviv, con centinaia di iniziative in tutto il Paese.
Inizio della giornata di proteste
Per dare inizio alla giornata di proteste, gli attivisti si sono posizionati agli incroci delle strade principali, accendendo falò in mezzo alla carreggiata e distribuendo nastri gialli ai passanti. Questi simboli di solidarietà sono stati utilizzati per richiamare l’attenzione sulla questione degli ostaggi e sull’urgenza di trovare una soluzione pacifica al conflitto.
Programma della giornata
Il programma della giornata prevede un punto stampa del Consiglio di ottobre, che si svolgerà presso il mercato di Sarona a Tel Aviv, di fronte al quartier generale militare di Kirya. Alle 9 verrà inaugurata una speciale mostra fotografica in Piazza degli Ostaggi, accessibile al pubblico fino alle 18. Durante la giornata, il palco principale ospiterà discorsi dei familiari degli ostaggi, che condivideranno le loro storie e richieste di aiuto.
Culmine della manifestazione
La manifestazione culminerà con un evento di massa davanti al quartier generale militare di Kirya, previsto per le 20 (le 19 in Italia). Il Forum delle famiglie ha intitolato l’evento “Una giornata per salvare vite”, in risposta alla decisione del governo di Benjamin Netanyahu di intensificare l’offensiva a Gaza, piuttosto che cercare un accordo per liberare i 50 ostaggi rimasti, tra cui 20 si ritiene siano ancora vivi.
Proteste in tutto il Paese
Proteste e azioni simili sono programmate in 400 località in tutto il Paese, dimostrando un ampio sostegno per la causa degli ostaggi e una crescente pressione sul governo israeliano affinché prenda misure decisive per porre fine al conflitto.