L’esercito israeliano ha dato il via a un’operazione militare su larga scala nella Striscia di Gaza, mobilitando le sue truppe per conquistare aree strategiche. Questo intervento fa parte della preparazione per l’operazione denominata “Carri di Gedeone“, che ha come obiettivo principale il raggiungimento delle finalità della guerra in corso, tra cui il rilascio degli ostaggi e la sconfitta di Hamas. Un portavoce delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) ha confermato che l’operazione è stata concepita per garantire il controllo della situazione sul campo.
Attacchi e avvertimenti a Hamas
Fonti della sicurezza israeliana hanno descritto i bombardamenti in corso come un “passo finale prima dell’operazione vera e propria”, avvertendo Hamas che si tratta di un’ultima opportunità per negoziare un accordo prima di un’escalation significativa dei combattimenti. Secondo quanto riportato da Channel 12, l’attacco ha l’intento di preparare il terreno per l’ingresso delle truppe israeliane, che continueranno le operazioni nelle ore a venire. L’operazione “Carri di Gedeone“, approvata dal gabinetto politico e di sicurezza israeliano all’inizio di maggio, segue le direttive del capo di stato maggiore e mira a sconfiggere Hamas e liberare gli ostaggi.
Nel frattempo, gli appelli della comunità internazionale per fermare i bombardamenti e ripristinare gli aiuti umanitari sono stati ignorati. La Striscia di Gaza ha subito raid intensi, con un bilancio di 90 morti nelle ultime 24 ore, contribuendo a un totale di oltre 53.000 vittime dall’inizio del conflitto, secondo i dati forniti da Hamas. L’offensiva israeliana ha portato a una crescente preoccupazione per la crisi umanitaria che colpisce la popolazione palestinese, già gravemente provata da un blocco degli aiuti che dura da oltre due mesi.
Crisi umanitaria e reazioni internazionali
La situazione nella Striscia di Gaza è drammatica, con carenze di cibo, acqua potabile, carburante e medicinali. Anche Donald Trump, ex presidente degli Stati Uniti e alleato di Israele, ha espresso preoccupazione per la grave crisi umanitaria, dichiarando che “molte persone stanno morendo di fame” durante un discorso ad Abu Dhabi. Le agenzie umanitarie avvertono che la situazione sta rapidamente degenerando, con l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Turk, che ha parlato di una possibile “pulizia etnica” a Gaza, in violazione del diritto internazionale.
Israele giustifica il blocco degli aiuti come una strategia per costringere Hamas a fare concessioni, mentre decine di ostaggi israeliani rimangono nelle mani dei miliziani. Recentemente, il gruppo palestinese ha liberato Edan Alexander, l’ultimo ostaggio con cittadinanza statunitense, dopo un dialogo diretto con Washington. Tuttavia, Hamas ha chiesto all’amministrazione Trump di esercitare pressioni su Israele per facilitare l’ingresso degli aiuti umanitari.
Intensificazione dell’offensiva e rappresaglie
Il ministero della Salute di Hamas ha riportato che l’offensiva israeliana ha causato 2.985 morti dalla ripresa dei combattimenti a metà marzo, portando il totale a 53.119 vittime dall’inizio della guerra. Nonostante l’intensificazione delle azioni militari, non ci sono state comunicazioni ufficiali riguardo a un’espansione formale della campagna. Le forze aeree israeliane hanno anche risposto a un attacco missilistico da parte degli Houthi, colpendo i porti yemeniti di Hodeida e Salif, accusati di essere utilizzati per attività terroristiche.
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha avvertito che ci sono ulteriori misure da prendere contro gli Houthi, promettendo attacchi mirati ai loro leader e alle infrastrutture che consentono di minacciare Israele. La situazione continua a evolversi, con l’esercito israeliano pronto a mantenere la pressione su Hamas e sugli altri gruppi militanti nella regione.
Progetto di trasferimento di palestinesi in Libia
L’amministrazione Trump sta progettando un piano per trasferire permanentemente fino a un milione di palestinesi dalla Striscia di Gaza alla Libia. Fonti vicine alla questione hanno rivelato a NBC News che il piano è attualmente in fase di valutazione e ha già suscitato discussioni con la leadership libica. Questa proposta, se attuata, potrebbe avere un impatto significativo sulla situazione geopolitica nella regione e sulle dinamiche del conflitto israelo-palestinese.