Le recenti scoperte riguardanti le enigmatiche striature scure sui pendii di Marte hanno suscitato un acceso dibattito tra gli scienziati. Secondo un’analisi condotta da un team di ricerca guidato da Adomas Valantinas della Brown University e Valentin Bickel dell’Università di Berna, pubblicata il 2 gennaio 2025 sulla rivista Nature Communications, queste strisce non sarebbero il risultato di acqua liquida, come ipotizzato in passato, ma piuttosto di fenomeni legati a vento e scivolamento di sassi. L’analisi ha utilizzato un algoritmo di Intelligenza Artificiale per esaminare circa 86.000 immagini satellitari del pianeta rosso.
Le origini delle striature su Marte
Le strisce scure, conosciute come recurring slope lineae, sono state osservate per la prima volta negli anni ’70 durante le missioni Viking. Queste formazioni si estendono per decine di metri e inizialmente sembravano somigliare ai resti di rigagnoli di acqua. La loro comparsa può essere repentina o avvenire con un allungamento significativo in breve tempo. Nonostante le evidenze visive, Marte è un vasto deserto freddo e finora non sono state rinvenute prove di acqua liquida in superficie, se non in relazione a possibili laghi sotterranei.
Alcuni scienziati hanno ipotizzato che in determinate condizioni, piccole quantità di acqua salata potrebbero emergere e scorrere, generando le striature scure. Tuttavia, le nuove scoperte suggeriscono che la formazione di queste linee potrebbe essere più complessa e legata a fattori ambientali non direttamente riconducibili all’acqua.
Il ruolo dell’intelligenza artificiale nell’analisi
Per approfondire la comprensione di questo fenomeno, Valantinas e Bickel hanno applicato un algoritmo di IA per analizzare le immagini delle striature in relazione a un insieme di dati variabili, tra cui temperatura, velocità del vento, idratazione e attività sismica. Bickel ha dichiarato che l’analisi ha permesso di cercare correlazioni su centinaia di migliaia di casi, contribuendo a chiarire le condizioni di formazione di queste caratteristiche.
I risultati ottenuti indicano che le striature scure non sono generalmente collegate alla presenza di acqua, ma piuttosto si formano in aree caratterizzate da una velocità del vento e una deposizione di polvere superiori alla media. Inoltre, è stato osservato che in queste zone è più frequente la formazione di vortici di polvere e piccole frane. Gli autori dello studio concludono che i segni potrebbero derivare dallo scivolamento di piccole rocce lungo i pendii, piuttosto che da fuoriuscite di acqua.
Queste scoperte rappresentano un passo significativo nella comprensione delle dinamiche geologiche di Marte e potrebbero influenzare le future missioni di esplorazione del pianeta rosso.