Libia: scontri a Tripoli con spari contro i manifestanti in protesta

A Tripoli, le forze di sicurezza aprono il fuoco sui manifestanti che chiedono le dimissioni del premier Dbeibah, evidenziando il crescente malcontento e l’instabilità politica in Libia.

A Tripoli, il 15 maggio 2025, le forze di sicurezza libiche hanno aperto il fuoco su un gruppo di dimostranti che si erano radunati di fronte alla residenza del premier Abdelhamid Dbeibah. I manifestanti, composti principalmente da giovani, chiedevano le dimissioni del primo ministro, in un contesto di crescente tensione politica e sociale. Questo evento si è svolto davanti alla sede dell’ex Apparato di supporto alla stabilità, recentemente occupata dopo l’uccisione di Al Kikli da parte della Brigata 444 nel quartiere di Abu Slim.

Le manifestazioni a Tripoli

Secondo quanto riportato da media e attivisti locali, diverse centinaia di persone hanno partecipato alla protesta, esprimendo il loro malcontento nei confronti del governo di unità nazionale. Le manifestazioni sono avvenute in un clima di fragilità, poiché il giorno precedente era stato dichiarato un cessate il fuoco dopo scontri tra milizie rivali. Questo contesto di instabilità ha reso la situazione ancora più tesa, con i dimostranti che si sono radunati per far sentire la loro voce e chiedere un cambiamento.

Le forze di sicurezza, nel tentativo di disperdere i manifestanti, hanno reagito in modo violento, aprendo il fuoco. Questo ha sollevato preoccupazioni significative riguardo all’uso della forza da parte delle autorità e alla sicurezza dei cittadini. Le proteste hanno evidenziato il crescente discontento nei confronti del governo e la richiesta di una maggiore responsabilità e trasparenza nella gestione del paese.

Il contesto politico in Libia

La Libia, da anni segnata da conflitti interni e instabilità politica, ha visto una serie di governi e amministrazioni succedersi senza riuscire a stabilire un vero controllo sul territorio. Il governo di unità nazionale, guidato da Abdelhamid Dbeibah, è stato istituito con l’obiettivo di unire le diverse fazioni del paese e guidare il processo verso elezioni democratiche. Tuttavia, le tensioni tra le milizie e le diverse fazioni politiche continuano a ostacolare questo processo.

La recente occupazione della sede dell’ex Apparato di supporto alla stabilità da parte di gruppi armati ha ulteriormente complicato la situazione, rendendo difficile per il governo esercitare la propria autorità. Le manifestazioni di oggi rappresentano un chiaro segnale che molti cittadini non sono soddisfatti della direzione in cui il paese sta andando e chiedono un cambiamento tangibile.

Le reazioni e le prospettive future

Le reazioni alla violenza delle forze di sicurezza sono state immediate, con attivisti e gruppi per i diritti umani che hanno condannato l’uso della forza contro i manifestanti pacifici. È fondamentale che le autorità libiche ascoltino le richieste dei cittadini e trovino modi per affrontare le preoccupazioni legittime che stanno emergendo in questo periodo di crisi.

La situazione in Libia continua a essere instabile e le manifestazioni di oggi potrebbero essere solo l’inizio di un periodo di maggiore attivismo da parte della popolazione. Le autorità devono affrontare queste sfide con urgenza, per evitare che la situazione degeneri ulteriormente e per garantire un futuro più stabile e pacifico per il paese. La strada verso la stabilità in Libia è ancora lunga e complessa, ma il desiderio di cambiamento da parte dei cittadini è chiaro e non può essere ignorato.

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