L’Osa accusa Maduro di occultare i voti e reprimere l’opposizione

L’Osa accusa il governo venezuelano di occultare i verbali delle elezioni del 28 luglio 2024, denunciando un sistema repressivo e oltre 2.000 arresti dopo le manifestazioni.

L’Organizzazione degli Stati Americani (Osa) ha lanciato un’accusa grave nei confronti del governo venezuelano, sostenendo che esso stia occultando i verbali delle elezioni presidenziali tenutesi il 28 luglio 2024. Questo comportamento, secondo l’Osa, è parte di un sistema repressivo finalizzato a mantenere il potere.

Denuncia di gloria monique de mees

La denuncia è stata espressa da Gloria Monique de Mees, relatrice della Commissione Interamericana dei Diritti Umani, durante la sessione del Consiglio Permanente dell’Osa, che si è svolta a Washington il 5 gennaio 2025. La Commissione ha sottolineato che, a oltre un anno dall’evento elettorale, il Consiglio Nazionale Elettorale del Venezuela non ha ancora reso pubblici i verbali necessari per convalidare i risultati proclamati a favore di Nicolás Maduro. Questo comportamento contrasta con le normative nazionali e gli standard internazionali in materia di trasparenza elettorale.

Documentazione degli arresti e repressione

Nel corso della riunione, è stata presentata una relazione che documenta oltre 2.000 arresti avvenuti in seguito alle manifestazioni contro i risultati elettorali. Tra i dati riportati figurano 25 morti, di cui 24 causati da colpi d’arma da fuoco. Inoltre, sono stati segnalati centinaia di casi di detenzione arbitraria, spesso in condizioni che possono essere paragonate a torture, con molte delle vittime che risultano essere adolescenti e civili. Mees ha riferito di aver ricevuto testimonianze dirette da giornalisti e operatori dei media che hanno subito arresti ingiustificati, delineando così un quadro di repressione sistematica in atto nel paese.

Supporto internazionale e posizioni contrastanti

La relazione ha ricevuto il supporto di vari paesi, tra cui Argentina, Stati Uniti, Canada, Paraguay, Costa Rica, Perù, Guatemala ed Ecuador, i quali hanno espresso preoccupazione per la situazione in Venezuela. D’altra parte, Messico, Colombia e Bolivia hanno scelto di mantenere un “silenzio diplomatico”, mentre il Brasile ha richiamato il principio di non ingerenza negli affari interni del Venezuela, dimostrando così una posizione più cauta rispetto alla questione.

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