Petro avverte il Senato: ultimatum per l’approvazione della riforma del lavoro

Il ministro Benedetti richiede al Senato di pronunciarsi sul referendum per la riforma del lavoro entro il 1 giugno 2025, dopo irregolarità nel voto e mobilitazione sociale.

Il ministro dell’Interno della Colombia, Armando Benedetti, ha comunicato al Senato che è necessario esprimersi entro il primo giugno 2025 riguardo al referendum per la riforma del lavoro nel paese. Questa richiesta arriva dopo che il 14 maggio scorso il referendum era stato bocciato dal Legislativo. In caso di mancato pronunciamento, Benedetti ha avvertito che il presidente Gustavo Petro procederà a convocare direttamente il referendum.

Irregolarità nel voto del senato

Benedetti ha sottolineato che durante il voto del Senato, avvenuto due settimane fa, si è verificata un’irregolarità. Secondo il ministro, la proposta non è stata letta prima dell’apertura della votazione, rendendo quindi la bocciatura illegittima. L’Esecutivo aveva inizialmente presentato un referendum composto da 12 domande, ma dopo il rifiuto del 14 maggio, ha deciso di portare in Parlamento una nuova proposta di referendum, che include anche interrogativi sulla riforma della salute, un altro punto chiave del programma elettorale di Petro.

Mobilitazione sociale e sciopero nazionale

In questo contesto di tensione tra il governo e il Parlamento colombiano, i principali sindacati e associazioni sociali hanno programmato due giornate di sciopero nazionale per il 28 e 29 maggio 2025, a sostegno della riforma del lavoro. Le organizzazioni che guidano questa mobilitazione includono la Centrale Unitaria dei Lavoratori (CUT), la Confederazione Generale del Lavoro (CGT), la Confederazione dei Lavoratori della Colombia (CTC), la Federazione Colombiana degli Educatori (FECODE), e la Confederazione Democratica dei Pensionati (CDP). Inoltre, il Comitato Nazionale di Sciopero, insieme a vari settori del Patto Storico, la coalizione che ha sostenuto Petro nella sua elezione del 7 agosto 2022, parteciperanno all’iniziativa, unendo anche movimenti sociali, indigeni, contadini e studenteschi.

Confronto istituzionale e riforme

La situazione attuale riflette un acceso confronto istituzionale, mentre il governo cerca di ottenere il sostegno necessario per attuare le sue riforme, in un clima di crescente mobilitazione sociale.

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