Trump incontra bin Salman: si punta a una nuova fase in Medio Oriente

Raid israeliani a Jabalia causano almeno 45 morti, mentre Trump annuncia accordi storici in Arabia Saudita e propone una tregua a Gaza durante il suo viaggio nel Medio Oriente.

L’emittente araba Al Jazeera ha riportato che il numero dei morti a seguito dei raid israeliani ha raggiunto almeno 45, con decine di feriti, a Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza, la notte scorsa. Secondo quanto riferito, altre sei vittime sarebbero state registrate da mezzanotte in attacchi condotti dallo Stato ebraico sull’enclave palestinese. Nella serata precedente, le Forze di Difesa Israeliane (IDF) avevano ordinato l’evacuazione immediata di alcune aree settentrionali della Striscia, preannunciando un’operazione militare imminente.

Il viaggio di Trump in Arabia saudita

Il 12 maggio 2025, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha intrapreso un viaggio in Arabia Saudita, dove ha annunciato “accordi storici” del valore di 600 miliardi di dollari, che includono un record di 142 miliardi destinati all’acquisto di armi. Durante il suo intervento al Saudi-US Investment Forum, tenutosi al King Abdul Aziz International Conference Center, Trump ha affrontato questioni cruciali come la revoca delle sanzioni alla Siria e pressioni sull’Iran per un accordo sul nucleare. Ha sottolineato la necessità di una tregua a Gaza, affermando che “la gente merita un futuro migliore”.

Il presidente americano, soprannominato “Donald d’Arabia” per il suo primo viaggio all’estero nel suo secondo mandato, ha suscitato scalpore accettando un Boeing di lusso in regalo dal Qatar e escludendo le agenzie di stampa dal volo sull’Air Force One. Nonostante ciò, è stato accolto con tutti gli onori dal principe saudita ereditario, Mohamed bin Salman, nel sontuoso palazzo reale, dove ha condiviso scambi di complimenti con una delegazione di CEO, tra cui Elon Musk e Mark Zuckerberg.

Le dichiarazioni di Trump sul futuro del Medio Oriente

Nel suo discorso, Trump ha delineato una visione per il Medio Oriente, affermando che “dopo tanti decenni di conflitto, finalmente è alla nostra portata raggiungere quel futuro che le generazioni prima di noi potevano solo sognare”. Ha enfatizzato l’importanza di un futuro in cui il Medio Oriente sia caratterizzato dal commercio e non dal caos, auspicando una cooperazione tra nazioni e religioni diverse.

Il presidente ha reso omaggio alla nuova classe dirigente dei Paesi del Golfo, sottolineando che stanno perseguendo le proprie visioni senza l’interferenza degli interventismi occidentali, che hanno fallito in passato. Un annuncio significativo è stato la revoca delle sanzioni alla Siria e la ripresa delle relazioni con il nuovo governo del presidente Ahmed Hussein al-Sharaa, previsto per un incontro a Riad.

Trump ha espresso speranza per stabilizzare la Siria, affermando che esiste un nuovo governo in grado di mantenere la pace. Ha anche manifestato disponibilità ad aiutare il Libano a svilupparsi economicamente e a stabilire relazioni pacifiche con i suoi vicini.

Le minacce all’Iran e il messaggio a Netanyahu

Il presidente ha affrontato la questione iraniana, dichiarando che non solo condanna le scelte passate dei leader iraniani, ma offre anche una nuova opportunità per un futuro migliore. Ha ribadito l’importanza di raggiungere un accordo sul nucleare, avvertendo che in caso contrario l’Iran potrebbe affrontare severe conseguenze economiche, inclusa la riduzione a zero delle esportazioni di petrolio.

In un momento di tensione con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, Trump ha affermato che la popolazione di Gaza merita un futuro migliore e ha espresso il desiderio che l’Arabia Saudita si unisca agli Accordi di Abramo. Secondo alcune fonti, il presidente potrebbe presentare un piano per porre fine al conflitto nella Striscia durante la sua prossima tappa in Qatar, esercitando pressioni su Netanyahu affinché lo rispetti.

La diplomazia di Trump si intreccia con affari significativi, come dimostrato dalla firma di vari mega accordi con MbS, che prevedono investimenti sauditi per 600 miliardi di dollari negli Stati Uniti, spaziando da armi a tecnologia e sanità. Questi accordi sono solo una parte di un impegno più ampio, che potrebbe superare i mille miliardi, includendo anche collaborazioni con grandi aziende americane.

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