Edifici ridotti in macerie, incendi devastanti e quartieri avvolti nell’oscurità: Leopoli ha subito nella notte del 2 dicembre 2025 un attacco senza precedenti, il più violento dall’inizio dell’invasione russa. Questo raid ha colpito duramente una famiglia di quattro persone, tra cui un’adolescente, e ha messo a repentaglio le infrastrutture energetiche fondamentali, proprio mentre l’inverno si avvicina. I missili e i droni russi, che di solito non raggiungono il profondo ovest dell’Ucraina, hanno anche sfiorato un treno con a bordo 110 attivisti pacifisti italiani, in viaggio di ritorno dalla decima missione del Movimento europeo di azione non violenta, partiti da Kiev e diretti verso il confine polacco. Nonostante la paura, nessuno è rimasto ferito, e il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha espresso la sua gratitudine per il coraggio del popolo ucraino, sottolineando il legame tra Italia e Ucraina. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha condannato l’ennesima notte di terrore, esortando i partner internazionali a prendere una posizione più decisa contro l’aggressione russa.
La testimonianza degli attivisti
Angelo Moretti, presidente del Movimento europeo di azione non violenta, ha raccontato l’esperienza vissuta sul treno diretto verso la Polonia. Durante la sosta a Leopoli, gli attivisti hanno potuto ascoltare le esplosioni e osservare il cielo illuminato dai bombardamenti. La loro missione a Kharkiv, che ha coinvolto 110 attivisti provenienti da 35 associazioni, si è trasformata in un’esperienza di paura e vulnerabilità, simile a quella che gli ucraini affrontano quotidianamente. La notte ha visto un attacco massiccio, con 78 droni e 12 missili che hanno colpito la città, costringendo la Polonia a intensificare le misure di protezione del suo spazio aereo. Nonostante il clima di terrore, il gruppo ha proseguito il viaggio verso la Polonia, testimoniando la resilienza dei civili ucraini che da oltre tre anni vivono in una situazione di conflitto costante.
Il bilancio degli attacchi
Secondo le dichiarazioni del presidente Zelensky, la notte del 2 dicembre ha visto un bombardamento che ha colpito non solo Leopoli, ma anche altre città ucraine come Ivano-Frankivsk, Chernihiv, Sumy, Kharkiv, Kherson, Odessa, Kirovohrad e Zaporizhzhia. In totale, oltre 50 missili e circa 500 droni d’attacco sono stati lanciati, causando almeno 18 feriti e un morto a Zaporizhzhia. Il presidente ha denunciato il bersaglio delle infrastrutture energetiche da parte delle forze russe, confermato anche dal ministero della Difesa russo, che ha rivendicato l’obiettivo di danneggiare il settore militare-industriale ucraino. Questi attacchi hanno avuto un impatto immediato, interrompendo la fornitura di energia a oltre 110.000 utenti in diverse regioni e aggravando la crisi energetica in vista dell’inverno.
Le reazioni internazionali e le richieste di Zelensky
In risposta all’intensificarsi degli attacchi contro i civili e le infrastrutture, Zelensky ha esortato gli Stati Uniti e l’Europa a prendere misure decisive contro Putin. Il presidente ucraino ha sottolineato l’urgenza di affrontare la situazione, evidenziando come l’inverno rappresenti una sfida critica per il suo Paese. Inoltre, ha annunciato una riunione dei coordinatori delle sanzioni del G7, chiedendo azioni concrete per contrastare l’aggressione russa. La tensione si è intensificata anche in Europa, con la chiusura dello scalo di Vilnius a causa della presenza di palloni aerostatici, poi rivelatisi collegati a traffico di sigarette dalla Bielorussia. Nel contesto geopolitico attuale, le relazioni tra Stati Uniti e Russia rimangono complesse, con il presidente americano Donald Trump che si dice deluso da Putin, ma aperto a possibili collaborazioni future, come la proroga dell’accordo sulle armi nucleari. Tuttavia, qualsiasi decisione di fornire armi avanzate all’Ucraina potrebbe complicare ulteriormente le relazioni già tese.