Usa, Israele e Siria raggiungono un accordo per il cessate il fuoco

Israele e Siria raggiungono un accordo per un cessate il fuoco, mentre il Papa chiede a Netanyahu di fermare le ostilità dopo l’attacco alla chiesa di Gaza.

Israele e Siria hanno raggiunto un accordo per un cessate il fuoco, con la mediazione della Turchia, della Giordania e di altre nazioni limitrofe. L’ambasciatore statunitense in Turchia, Tom Barrack, ha invitato le diverse comunità etniche, tra cui i drusi, i beduini e i sunniti, a deporre le armi e a lavorare insieme per costruire una nuova identità siriana unita, improntata alla pace e alla prosperità con i paesi vicini.

Il Papa chiede un cessate il fuoco a Netanyahu

Il 15 gennaio 2025, il Papa Leone XIV ha contattato telefonicamente il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu, esprimendo la necessità di un immediato cessate il fuoco e di un rilancio dei negoziati per porre fine alla guerra in corso. Questo appello è giunto in un momento critico, dopo che un colpo di artiglieria dell’IDF ha colpito l’unica chiesa cattolica nella Striscia di Gaza, trasformata in rifugio per sfollati, causando tre morti e diversi feriti, tra cui il parroco. L’episodio ha riacceso le critiche nei confronti dello Stato ebraico per la severità della sua offensiva contro Hamas.

Durante la conversazione, Netanyahu ha cercato di tranquillizzare il Papa, affermando che i negoziati per una tregua erano in corso e che un accordo era vicino. Tuttavia, entrambe le parti continuano a scambiarsi accuse riguardo al fallimento delle trattative. La sala stampa vaticana ha confermato il contenuto della telefonata, evidenziando come il Papa abbia ribadito la sua preoccupazione per la situazione umanitaria a Gaza, dove i più colpiti sono bambini, anziani e persone malate. Leone XIV ha sottolineato l’urgenza di proteggere i luoghi di culto e i fedeli in Palestina e Israele.

La reazione della comunità internazionale

Il colloquio tra Leone XIV e Netanyahu, durato oltre un’ora, è stato descritto come “cordiale” da un funzionario dell’ufficio del premier, il quale ha anche invitato il Papa a visitare Israele. In merito all’attacco alla chiesa, Netanyahu ha espresso il suo “rammarico” per quello che ha definito un “tragico incidente”, attribuendo la responsabilità a “munizioni vaganti” che hanno colpito accidentalmente il luogo di culto.

Il Papa ha anche contattato il cardinale Pierbattista Pizzaballa per informarsi sulle condizioni di Padre Romanelli e degli altri feriti. Leone XIV ha definito l’attacco alla chiesa un “ingiustificabile attacco”, rinnovando il suo impegno a fermare la strage di innocenti. Il Patriarca latino di Gerusalemme ha visitato Gaza insieme al Patriarca greco-ortodosso Teofilo III, portando aiuti alla popolazione. L’iniziativa umanitaria ha ottenuto il sostegno del governo italiano, con il ministro degli Esteri Antonio Tajani che ha richiesto garanzie di sicurezza per i due inviati. L’attacco alla chiesa ha unito ulteriormente la comunità internazionale nella richiesta di un immediato cessate il fuoco.

Stallo nei negoziati e escalation del conflitto

Netanyahu ha informato il Papa riguardo agli sforzi di Israele per raggiungere un accordo sul rilascio degli ostaggi e un cessate il fuoco di sessanta giorni. Tuttavia, ha sottolineato che tali sforzi non sono stati ricambiati da Hamas. La versione palestinese, invece, sostiene che le Brigate al-Qassam abbiano proposto un accordo per il rilascio simultaneo di tutti gli ostaggi, ma che Israele l’abbia rifiutata.

Nel frattempo, le operazioni dell’IDF continuano senza segni di rallentamento. Al Jazeera ha riportato che circa 40 palestinesi sono stati uccisi dall’alba, inclusa una bambina di 18 mesi, vittima non di bombardamenti, ma di grave malnutrizione. La situazione a Gaza rimane critica, con la comunità internazionale che continua a chiedere un intervento per fermare le ostilità e alleviare le sofferenze della popolazione.

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