Le piante marine, in particolare la Posidonia oceanica, mostrano la capacità di registrare eventi di stress ambientale, come i cambiamenti di temperatura, attraverso un meccanismo di memoria molecolare. Questo è quanto emerso da uno studio internazionale condotto dalla Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, in collaborazione con l’Università di Trieste, pubblicato nel 2025 sulla rivista New Phytologist. La ricerca offre nuovi spunti per comprendere come le piante marine affrontano le condizioni avverse e suggerisce approcci innovativi per la conservazione e il ripristino degli ecosistemi marini.
Il meccanismo di memoria della Posidonia oceanica
Il team di ricerca, guidato da Jessica Pazzaglia, ha identificato il meccanismo attraverso il quale la Posidonia riesce a ricordare gli stress ambientali. La pianta, infatti, è in grado di aggiungere specifiche molecole al proprio Dna, le quali influenzano l’espressione di geni chiave coinvolti nella riparazione del materiale genetico e nella regolazione del metabolismo. Questo processo, noto come priming, funge da promemoria, permettendo all’organismo di rispondere in modo più efficace quando si verificano nuovamente le stesse condizioni avverse.
Le osservazioni effettuate hanno rivelato che le piantine sottoposte a un evento di priming termico mostrano reazioni significativamente più efficaci a successivi stress da calore. Pazzaglia ha sottolineato che queste piante investono maggiormente nella crescita rispetto a quelle non sottoposte a tale evento. Questo comportamento suggerisce che la Posidonia oceanica non solo è resiliente, ma possiede anche strategie evolutive che le consentono di adattarsi a un ambiente in continua evoluzione.
Implicazioni per la gestione degli ecosistemi marini
Le scoperte di questo studio hanno importanti implicazioni per la gestione e la conservazione delle praterie marine. Gabriele Procaccini, anch’egli della Stazione Zoologica Anton Dohrn e coautore della ricerca, ha dichiarato che i risultati offrono una base per sviluppare approcci innovativi che potrebbero migliorare la resilienza e il successo dei progetti di restauro delle praterie marine. Comprendere come la Posidonia oceanica affronta gli stress ambientali può quindi rivelarsi cruciale per la protezione di questi ecosistemi, che svolgono un ruolo fondamentale nella salute degli oceani e nella biodiversità.
La ricerca rappresenta un passo significativo verso la comprensione delle interazioni tra le piante marine e il loro ambiente, aprendo la strada a nuove strategie per affrontare le sfide legate ai cambiamenti climatici e alla degradazione degli habitat marini. La capacità della Posidonia oceanica di “ricordare” le esperienze di stress potrebbe fornire indizi preziosi per la creazione di praterie più forti e resilienti, essenziali per la salute degli ecosistemi marini.